RANDOM017/La rivincita dei.. Less

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Sarà sempre più necessario rendere i contenuti delle pagine web leggibili su piccoli schermi, quasi sempre in bianco e nero e con una risoluzione più scadente del vecchio Commodore 64
Sarà sempre più necessario rendere i contenuti delle pagine web leggibili su piccoli schermi, quasi sempre in bianco e nero e con una risoluzione più scadente del vecchio Commodore 64


Web – XML? Shockwave? RealPlayer? Macché, all’orizzonte dell’informazione in Rete si profila un salto all’indietro, ai vecchi tempi, prima dell’avvento delle lucine colorate del World Wide Web.

Ormai anche alcuni fornitori di contenuti Internet italiani hanno iniziato a propagandare sulle loro Home Page la possibilità di collegarsi con un telefono cellulare o con un “Personal Digital Assistant” (PDA) per utilizzare tutti i principali servizi (soprattutto news ed e-mail) normalmente a disposizione di chi usa la Rete dal computer di casa.

Alcuni analisti avevano già previsto lo scorso autunno che il 2000 sarebbe stato l’anno dei collegamenti senza fili, e così è stato. Da una parte i cellulari che, attraverso il protocollo WAP, possono leggere pagine web appositamente disegnate per entrare nei loro piccoli schermi e dall’altra i “computer palmari” (non a caso il termine ricorda il loro maggior produttore) che conquistano quote di mercato sempre più ampie, anche grazie al fatto che è possibile interfacciarli facilmente con tutte le piattaforme hardware e con tutti i principali Sistemi Operativi. Ed i numeri iniziano ad essere di tutto rispetto: in Usa i possessori di un PDA sono circa 10 milioni contro i 74 milioni di proprietari di telefonini.

Certo, in Italia per collegarsi in Rete con un PDA occorre ancora un collegamento tramite il classico modem o un cellulare, mentre in altri paesi esistono già veri e propri network radio che permettono ai possessori di computer palmari di utilizzarli dovunque e per vari scopi: si va da “Britannica Traveler”, il servizio che consente di consultare la nota enciclopedia, ad usi di tipo professionale, per esempio i medici possono accedere in tal modo ad una delle loro maggiori banche dati, la “Medline”.

Una delle ricadute più interessanti di questa tendenza è che sarà necessario rendere i contenuti delle pagine web leggibili su piccoli schermi, quasi sempre in bianco e nero e con una risoluzione più scadente del vecchio Commodore 64, il che costringerà i programmatori a studiare tecniche di visualizzazione delle informazioni che faranno fare una capriola all’indietro anche a tutti coloro che si sono sempre affrettati a rincorrere le soluzioni grafiche più avanzate. Che sono, non dimentichiamolo, anche le più “pesanti” in termini di richieste hardware e software per i normali visitatori di siti web.

Adesso tocca confrontarsi con processori “lenti” e con memorie “ridotte” – che però solo pochi anni fa erano la normalità – con schermi di pochi pollici dove deve necessariamente prevalere l’informazione a scapito della forma con la quale viene presentata. Ma anche questa non è una novità, basti pensare al travolgente successo degli SMS, un sistema di comunicazione che di grafico ha ben poco, basandosi quasi completamente su caratteri alfanumerici.

Tra l’altro, è di questi giorni la notizia della poco gloriosa fine di “boo.com”, svenduta a prezzi di saldo dopo investimenti miliardari: tra le cause che ne hanno decretato la fine c’è anche, a quanto sembra, il fatto che il sito fosse disegnato in modo da poter essere utilizzato al meglio solo da una élite in possesso di computer “potenti” e collegamenti veloci. Potrebbe essere una “lezione” per molti siti italiani che sono poco amichevoli con i visitatori che non siano bene attrezzati.

Questa salutare tendenza alla semplificazione potrebbe anche contribuire a rendere le informazioni e la comunicazione su Internet sempre più accessibile, anche a settori della popolazione che hanno dei problemi fisici, e non solo a coloro che utilizzano PDA o sofisticati cellulari. Sarebbe uno dei casi nei quali una tecnologia studiata per pochi apporta dei benefici a molti.

E anche quelli sempre alla ricerca del nemico hacker non resteranno delusi: nel novembre dell’anno scorso è stata arrestata una impiegata di un grande magazzino che utilizzava un palmare mascherato da lettore POS per memorizzare i numeri delle carte di credito dei clienti.

Giuseppe

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Pubblicato il
2 giu 2000
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