I ransomware sono una particolare categoria di malware che permettono ai cybercriminali di ottenere enormi profitti illeciti. Dopo aver sottratto i dati viene applicata la crittografia e chiesto il pagamento di un riscatto (spesso in criptovalute) per ottenere la chiave che decifra i file. Grazie all’intelligenza artificiale generativa, il loro numero potrebbe aumentare esponenzialmente nei prossimi anni.
Evoluzione dei ransomware
Il primo attacco ransomware documentato è avvenuto nel 1989. Alcuni utenti statunitensi hanno ricevuto un floppy disk da 5,25 pollici contenente un presunto software che forniva informazioni sull’AIDS e suggerimenti per evitare di contrarre la malattia. Se installato nascondeva le directory e cifrava i nomi dei file, dopo il 90esimo riavvio del computer. Sullo schermo veniva quindi mostrato un messaggio che invitava l’utente a pagare 189 dollari per il rinnovo della licenza. Il ransomware è noto come AIDS Trojan.
Il suo autore (Joseph Popp), biologo di Harvard, è stato arrestato all’aeroporto di Amsterdam Schiphol, ma non è mai finito in prigione. È stato dichiarato mentalmente instabile, quindi non è stato processato. Popp è morto il 27 giugno 2006 all’età di 55 anni.
Uno dei primi ransomware distribuiti via email (phishing) è stato GPCode nel 2004. Veniva scaricato e installato quando l’ignara vittima apriva un documento in allegato che sembrava un’offerta di lavoro. L’uso delle criptovalute come metodo di pagamento del riscatto è iniziato nel 2013 con CryptoLocker. Successivamente sono arrivati i famigerati Petya (2016) e WannaCry (2017).
Secondo Chainalysis, i cybercriminali hanno guadagnato oltre un miliardo di dollari nel 2023. Cybersecurity Ventures stima che, entro il 2031, i costi associati ai ransomware arriveranno a 265 miliardi di dollari all’anno. Molti esperti temono un aumento esponenziale degli attacchi.
L’intelligenza artificiale generativa semplifica la scrittura del codice, quindi anche i cybercriminali meno esperti potrebbero entrare nel mercato. Oggi vengono colpiti soprattutto i computer delle aziende. Tra i bersagli futuri ci sono i sistemi cloud. I ransomware verranno sempre più usati come arma geopolitica e si diffonderà maggiormente il modello RaaS (Ransomware-as-a-Service).