Gli esperti di Chainalysis hanno pubblicato un report, relativo a i primi sei mesi del 2023, che evidenzia una diminuzione delle attività criminali legate alle criptovalute. Quasi tutte hanno registrato un calo delle transazioni illecite. L’unica eccezione è rappresentata dai proventi ottenuti con i ransomware, nonostante il consiglio di non pagare mai il riscatto.
Quasi 450 milioni di dollari in sei mesi
In base alle rilevazioni di Chainalysis, le transazioni illecite in criptovalute nel primo semestre 2023 sono diminuite del 65% rispetto allo stesso periodo del 2022. Il dato è negativo per quasi tutte le categorie. Il calo maggiore è quello attribuito alle crypto truffe. I guadagni per i cybercriminali sono diminuiti di circa 3,3 miliardi di dollari.
Come detto, i ransomware sono l’unica forma di crimine con dati positivi. I cybercriminali hanno estorto circa 449,1 milioni di dollari nei primi sei mesi del 2023 (circa 176 milioni in più rispetto al 2022). Se il trend rimarrà invariato, entro fine anno verrà superata la cifra di 900 milioni di dollari.
Nel corso del 2022 sono stati rilevati molti pagamenti di bassa entità. Nel primo trimestre 2023 sono aumentati anche quelli di maggiore entità, in quanto le vittime sono le grandi organizzazioni (i riscatti sono spesso commisurati alle entrate finanziarie). Tra i gruppi che chiedono piccoli pagamenti ci sono Dharma e Phobos. In vetta alla classifica ci sono invece BlackBasta, BlackCat/ALPHV e Clop con pagamenti medi di circa 762.000, 1,5 milioni e 1,7 milioni di dollari.
I cybercriminali del gruppo Clop sono responsabili degli attacchi che hanno sfruttato le vulnerabilità dei software Fortra GoAnywhere e Progress MOVEit Transfer. Le vittime accertate finora sono quasi 130 e 300, rispettivamente. Gli esperti hanno notato un aumento delle tecniche estorsive, come le minacce dirette ai dipendenti delle aziende che non vogliono pagare il riscatto.