Rapporto AGCOM 2016: più connessioni veloci, meno SMS

Rapporto AGCOM 2016: più connessioni veloci, meno SMS

L'autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha rilasciato l'ultimo report sulle comunicazioni in Italia. Il broadband viaggia a buon ritmo così come i servizi di messaggistica. Soffre l'editoria
L'autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha rilasciato l'ultimo report sulle comunicazioni in Italia. Il broadband viaggia a buon ritmo così come i servizi di messaggistica. Soffre l'editoria

Cresce la banda larga, vola l’Internet of Things mentre sta morendo l’SMS. Questo il sunto di quanto rilevato dall’Osservatorio sulle comunicazioni 2016 dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Il rapporto annuale rappresenta un quadro completo sulla comunicazione in Italia che spazia dai nuovi mezzi tecnologici a quelli più tradizionali, toccando anche il difficile mondo dell’editoria.

rete broadband

La nota più positiva è correlata al collegamento Internet per mezzo della banda larga (trend confermato anche dal precedente report ). Gli accessi complessivi superano infatti i 15,4 milioni di unità , crescendo di 630mila unità ogni anno. Di queste, 7,5 milioni raggiungono velocità di 10 Mbps e quasi 2 milioni arrivano a 30 Mbps. Le cosiddette NGA (Next Generation Access) superano i 2 milioni (con una crescita quest’anno di oltre 720mila unità) con una forte influenza di Telecom e Vodafone, provider che hanno investito molto nell’infrastruttura di rete.

Sul versante delle connessioni mobile invece, sembra che un certo incentivo alla crescita sia attribuibile agli MVNO (Mobile Virtual Network Operator). È curioso notare che le SIM tradizionali (voce + dati) si sono ridotte di 2,2 milioni di unità (seppure nel complesso il numero di SIM con accesso a Internet sia cresciuto del 9,7 per cento , arrivando a superare i 53 milioni di unità decretando di fatto il sorpasso del mobile sul desktop). Dall’altra parte sono cresciute nell’ultimo anno le SIM M2M ovvero Machine To Machine. Si tratta sostanzialmente di dispositivi collegati alla rete al fine di comunicare con altri dispositivi elettronici, soluzioni con forti assonanze con l’Internet of Things. In questo caso il dato è più che raddoppiato passando da circa 4,9 milioni a 11,4 milioni di unità. Sul fronte dei gestori mobili TIM detiene il 30,3 per cento di quote di mercato seguita da Vodafone con il 29,2 per cento. In terza posizione Wind con il 22,4 per cento.

operatori mobili

Gli italiani sono stati conquistati dalle applicazioni di messaggistica tra i quali troneggia WhatsApp. Gli SMS scambiati nel 2016 sono stati 17,8 miliardi. Un dato ridotto del 27,7 per cento rispetto allo stesso periodo del 2015 e di oltre il 75 per cento rispetto al livello massimo raggiunto nel 2012 (72,2 miliardi). Che l’SMS sia destinato a morire? In alcune tariffe flat degli operatori telefonici sembrano essere già spariti.

La TV, dopo un periodo di parziale flessione sembra essere tornata al suo splendore. Rai e Mediaset si contendono gli ascolti detenendo rispettivamente il 34,4 per cento e il 32,2 per cento facendo comunque i conti con una flessione costante dal 2012 a vantaggio di Sky e dei canali Discovery (in questo il passaggio al digitale e la moltiplicazione dei canali ha sicuramente pesato un ruolo importante). Ancora una volta viene sottolineata la forte crisi dell’editoria e specialmente dei quotidiani cartacei. Tra il 2011 e il 2015 le copie in edicola vendute giornalmente sono passate da 4,8 a 3,1 milioni di unità con flessioni per i grandi editori che si attestano sul 30 per cento (addirittura 45 per cento per i gruppi minori). In questo panorama anche la stampa periodica non brilla con un balzo negativo quest’anno del 33 per cento. Tra l’altro non si è registrata una migrazione alla versione online, che continua ad essere marginale (sull’ordine del 2,5 per cento). Ulteriore nota negativa è da sottolineare sulla spartizione dei ricavi dell’editoria che nel 70 per cento sarebbero concentrati nelle prime 20 imprese editoriali.

quotidiani

Chiude lo scenario il settore postale che vede un incremento dei ricavi del 2,5 per cento (con una flessione dei servizi postali tradizionali e una crescita dei servizi di trasporto a mezzo corriere). Gli invii di pacchi sarebbero in crescita addirittura di oltre il 12,5 per cento . Che ci sia lo zampino del commercio elettronico?

È evidente che ci si trova nel bel mezzo di una rivoluzione che continua imperterrita verso la strada della digitalizzazione ai danni dell’analogico (l’editoria cartacea abbiamo visto che è ben lontana dagli anni d’oro) ma anche dello stesso digitale vecchia scuola (il crollo del 75 per cento degli invii di SMS in meno di quattro anni è la riprova). Eppure gli italiani secondo l’ Istat non stanno sfruttando le opportunità del digitale in maniera profonda. Cosa accadrà quando inizieranno ad usarlo in maniera più sapiente?

Mirko Zago

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Pubblicato il
29 dic 2016
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