Akamai ha pubblicato l’ultima revisione del suo celebre rapporto sullo “Stato di Internet”, prendendo per l’occasione in oggetto le connessioni globali del secondo quadrimestre dell’anno in corso. Un quadrimestre che conta qualche novità inattesa e il solito boom della connettività dei paesi asiatici.
Come sempre il rapporto è stato messo assieme ricavando i dati dalle centinaia di milioni di connessioni (IP unici) intercettate dall’enorme network di distribuzione digitale (CDN) gestito da Akamai, una rete che si dice responsabile della movimentazione di un terzo di tutti i bit scambiati quotidianamente su Internet.
Tra le novità principali del nuovo rapporto Akamai, quella che fa più notizia è certamente il cambio al vertice tra le nazioni con più alta penetrazione di “banda larga ad alta velocità” (ovvero dai 5 Megabit in su): la storica leadership della Corea del Sud fa (momentaneamente?) posto alla crescita dell’Olanda con un 68 per cento contro il 58, mentre l’isola di Hong Kong è seconda con il 59 per cento di penetrazione.
Il trend di diffusione della banda larga è in crescita dappertutto, in particolare in Europa (come l’exploit olandese ben dimostra) e in Asia, ma anche negli Stati Uniti grazie alle nuove reti in fibra ottica. La lista delle città telematicamente più veloci al mondo è comunque appannaggio dell’Estremo Oriente, con il solo Giappone a farsi rappresentare da ben 59 centri urbani.
E l’Italia? Il Belpaese telematico è in crescita ma il confronto con le nazioni sviluppate è come sempre avvilente. Basti dare un’occhiata ai grafici: la penetrazione della banda larga (5Mbps) veleggia abbondantemente al di sotto del 25 per cento, mentre la velocità media delle connessioni intercettate da Akamai ai 5 Megabit nemmeno ci arriva. Peggio degli USA, molto, molto peggio di Olanda e dell’inarrivabile Corea del Sud.
Alfonso Maruccia