Sono trascorsi ormai più di nove anni da quel settembre 2015 che ha visto l’annuncio del primo modello: i tempi sono maturi per l’arrivo del Raspberry Pi Touch Display 2. Come si può intuire già dal nome, si tratta di un display touchscreen da associare alla nota scheda programmabile, così da dar vita a una configurazione completa che può assumere la forma di un piccolo tablet o di uno schermo interattivo. Sia chiaro: nulla che già non si possa fare con le tante soluzioni fai-da-te che sfruttano hardware di terze parti.
Raspberry Pi Touch Display 2 è ufficiale: le specifiche
Con la sua diagonale da 7 pollici e con la risoluzione 1280×720 pixel non è esattamente uno schermo di ultima generazione, ma diventarlo non è affatto il suo obiettivo. Supporta il riconoscimento di cinque tocchi in contemporanea, ha un’area attiva pari a 88×155 millimetri e il pannello capacitivo con tecnologia LCD. Non manca nemmeno il rivestimento antiriflesso della superficie.
Lato software, la piattaforma Raspberry Pi OS integra tutto ciò che serve per gestire gli input attraverso il touchscreen, anche il riconoscimento della rotazione, così da andare incontro a chi preferisce utilizzarlo in modalità orizzontale. È compatibile con tutte le schede della famiglia a partire dalla Pi 1B+, con l’eccezione di quelle della serie Zero, a causa della mancanza della porta DSI. Il collegamento avviene attraverso quattro viti.
A differenza del predecessore, i miglioramenti si registrano sia sul fronte della definizione (incrementata rispetto ai 800×480 pixel del 2015) sia per quanto riguarda l’integrazione del driver PCB nel display stesso, il che si traduce in una riduzione dell’ingombro e in un’ottimizzazione del design.
Il nuovo Raspberry Pi Touch Display 2 è già in vendita al prezzo di 60 dollari. Rimarrà in produzione almeno fino al 2030, garantendo così un ciclo vitale esteso al dispositivo e ai progetti che ne faranno uso.