Rhapsody , il veterano dei servizi di streaming musicale che non è riuscito mai saputo conquistarsi la popolarità che altri (vedi iTunes ed eMusic) hanno raggiunto nel corso del tempo, si appresta a passare a una nuova fase della sua lunga vita commerciale. RealNetworks ed MTV Networks (le due società che attualmente controllano lo store che ama il DRM) sono in procinto di trasformare Rhapsody da prodotto a società derivata , con il possibile obiettivo finale di vendere l’intero pacchetto a un potenziale acquirente.
Basato su un meccanismo di sottoscrizione mensile sempre meno popolare nell’ambito della musica online, il servizio (quotato in borsa) è stato sin qui controllato da RealNetworks con il 51 per cento delle azioni, accanto alla sostanziosa partecipazione di MTV Networks (società sussidiaria del colosso Viacom) a cui va ricondotto il restante 49.
Nella nuova forma di società spin off, Rhapsody avrà una proprietà più sfaccettata perché RealNetworks ha deciso di mettere sul mercato parte delle sue azioni, ridimensionando la sua quota alle stesse cifre in mano a Viacom. Il nuovo assetto societario, dicono le speculazioni , rappresenterebbe la soluzione ideale per facilitare la ricerca di un compratore interessato a rilevare la totalità del servizio di streaming a pagamento.
Il cambiamento di rotta nei confronti di Rhapsody è la prima decisione di peso presa dal nuovo CEO di RealNetworks Robert Kimball, subentrato al dirigente storico della società Rob Glaser a cui è stato dato il benservito il mese scorso.
E proprio RealNetworks è il soggetto più esposto nell’operazione , giocandosi molto di più che i (carenti) ritorni monetari garantiti da Rhapsody: dopo essere sostanzialmente sparita dalla scena dello streaming online dei primordi garantito dai formati RealVideo e RealAudio (o più semplicemente RealMedia ), la società di Seattle ha provato a riguadagnare terreno nel mercato consumer con il tristemente noto software di copia RealDVD . Rhapsody è dunque l’unico vero “brand” riconoscibile che ancora rimane in mano a RealNetworks.
Alfonso Maruccia