Washington (USA) – Sono arrivate. Attese e richieste, le scuse di RealNetworks apparivano ormai inderogabili dopo l’ondata di proteste che nelle ultime ore aveva raggiunto l’azienda. La scoperta che il software per lo streaming audio RealJukeBox inviava via internet all’azienda i dati privati dell’utente senza che questi lo sapesse, ha infatti scatenato un putiferio.
Ora l’azienda torna sui suoi passi, si scusa con 13 milioni di utenti in tutto il mondo e pubblica un patch che può essere scaricato dal suo sito per “bloccare” la capacità spionistica di RealJukeBox.
Il direttore esecutivo, Rob Glaser, ha dichiarato ad Associated Press: “abbiamo fatto un errore nel non chiarire ai nostri utenti che genere di dati venivano generati e trasmessi. Ci scusiamo profondamente”. Glaser ha assicurato che le future versioni del software non conterranno il sistema di ricerca e invio dei dati.