BeenVerified , già fornitore di un servizio di controllo di precedenti penali e ricerca di background, ha sviluppato un’applicazione per iPhone e Android, chiamata Sex Offender Tracker , che indica se e dove abitano nelle vicinanze molestatori sessuali. Per ognuno di essi permette all’utente di ottenere informazioni precise sui reati commessi e visualizzare una foto .
I dati, presenti negli archivi federali e disponibili sui siti delle autorità, sono poi mostrati agli utilizzatori tramite un sistema di realtà aumentata che li marchia con un grande punto esclamativo rosso. Al momento l’app si trova nei primi posti della classifica di vendita di App Store.
Senza arrivare alle prospettive più estreme, come fanno vari osservatori pensando alle tecnologie di riconoscimento facciale o ai registri relativi ai protestati bancari, l’applicazione rende d’attualità alcune problematiche.
Da un lato le crescenti questioni relative alla privacy, che diventano ancora più profonde (e controverse) quando si parla di reati che toccano sul vivo. Dall’altro il fatto che come testimonial Been Verified utilizza Antoine Dodson: un personaggio peculiare che, nonostante la drammatica vicenda a cui è legato, non è altro che un meme di YouTube che non contribuisce a conferire un alone di serietà e credibilità all’app.
Dodson, infatti, è il fratello di una delle vittime del “bed intruder”, un molestatore sessuale, una sorta di celebrità della Rete dopo che l’ intervista con cui un telegiornale gli chiedeva dell’aggressione sessuale notturna subita dalla sorella è rimbalzata di schermo in schermo ed è stata remixata in un rap .
Il 5 per cento degli introiti derivanti dalla vendita dell’app saranno devoluti alla Rape, Abuse and Incest National Network (RAINN).
Claudio Tamburrino