Nelle scorse settimane, Microsoft ha presentato in via ufficiale Recall (in italiano Richiamo), una funzionalità esclusiva di Windows 11 riservata ai PC Copilot+, quelli dotati di un processore con NPU integrata per l’intelligenza artificiale e di altri requisiti hardware specifici. Ora, il gruppo di Redmond torna sull’argomento e afferma che la sua attivazione sarà opzionale, non verrà in alcun modo forzata.
Recall su Windows 11: i feedback negativi
Il motivo è presto detto. La novità, pur essendo stata annunciata come l’ennesima rivoluzione in arrivo sui nostri schermi, è stata fin da subito etichettata come una fonte di problemi per la privacy e per la sicurezza dei dati, tanto da arrivare a paragonarla a un keylogger potenziato e a uno strumento in grado di semplificare il furto delle informazioni. Ancor prima del suo debutto ufficiale, qualcuno è addirittura riuscito violarla e ad estrarre tutto quanto salvato attraverso un piccolo tool.
Recall, per chi non ne fosse a conoscenza, è una funzionalità che ogni cinque secondi fotografa quanto sta avviene sul computer, salvando l’istantanea (snapshot) all’interno di un database. In questo modo, l’utente ha poi la possibilità di richiamare un momento del passato, per ritrovare contenuti visualizzati in precedenza, affidandosi all’IA per analizzarli.
Microsoft ci ripensa e non forza la mano
Microsoft ha ascoltato i feedback negativi e ha deciso di non forzare la mano, rendendo il suo utilizzo opzionale su Windows 11. Ecco quanto dichiarato sulle pagine del blog ufficiale.
Ancor prima di rendere Recall disponibile ai clienti, abbiamo ricevuto un chiaro segnale: possiamo rendere più semplice per le persone scegliere di abilitare Recall sul proprio PC Copilot+ e migliorare la tutela della privacy e della sicurezza. Tenendolo presente, stiamo annunciando aggiornamenti che entreranno in vigore prima che la preview di Recall sia distribuita ai clienti il 18 giugno.
Il primo degli aggiornamenti in questione è proprio quello che non forzerà l’utilizzo della funzionalità: sarà opt-in. Durante la configurazione, l’utente dovrà scegliere in modo esplicito di attivarla, altrimenti non entrerà in azione.
Per l’abilitazione di Recall sarà necessaria l’autenticazione con Windows Hello, il metodo impiegato dal sistema operativo per l’autenticazione biometrica. Inoltre, dove supportato, il rilevamento della presenza (presence sensing) proteggerà l’accesso alla visualizzazione delle istantanee catturate, rendendolo impossibile dopo che ci si è allontanati dal computer e senza un nuovo riconoscimento.
Ancora, la funzionalità prevederà la crittografia dell’intero database e l’estrazione dello snapshot solo in seguito al login.
Un altro scivolone IA (non sarà l’ultimo)
Il dietrofront di Microsoft su Recall si inserisce nel sempre più lungo elenco di scivoloni in cui stanno incappando le realtà attive sul fronte dell’intelligenza artificiale.
Pur di non perdere terreno nei confronti della concorrenza, o di recuperarlo quando si è già in ritardo, le software house presentano come potenzialmente rivoluzionarie alcune novità che fanno invece storcere il naso agli utenti finali e agli addetti ai lavori. È accaduto anche a Google, ad Adobe e a OpenAI solo per fare alcuni esempi.
Alle porte ci sono gli annunci di Apple, che tra un paio di giorni, alla conferenza WWDC24, dovrebbe svelare i propri piani per integrare l’IA su Mac, iPhone e iPad. Stando a quanto trapelato, il gruppo di Cupertino potrebbe scegliere un approccio più cauto e meno invasivo, decidendo fin da subito di non forzare l’attivazione delle funzionalità in questione, consapevole che il rollout su larga scala di una novità è importante, ma la fiducia degli utenti lo è di più e comprometterla non rappresenta affatto una visione lungimirante.