A metà del mese scorso è stato annunciato l’abbandono di CentOS Linux, distribuzione derivata da Red Hat Enterprise Linux destinata all’utenza enterprise. Da qui in avanti ci sarà solo CentOS Stream, una sorta di anteprima di ciò che sarà poi implementato in RHEL. Come non è difficile immaginare, non tutti l’hanno presa bene.
CentOS Linux, il destino è segnato: RHEL diventa gratis
Di norma il periodo di supporto di CentOS era decennale, allineato a quello di RHEL, dunque fino al 2029 per la versione 8. Il termine è stato però anticipato e di molto, al dicembre 2021 (per la 7 rimane invece fissato nel 2024). Red Hat cerca di mettere una pezza annunciando che RHEL diventerà gratis dall’1 febbraio 2021 per le realtà più piccole, quelle che controllano un massimo di 16 sistemi.
A coloro che si sono fin qui affidati a CentOS Linux non rimane che passare a RHEL o al già citato Stream, in quest’ultimo caso entrando a far parte del development branch e contribuendo al perfezionamento delle novità che raggiungeranno poi Red Hat Enterprise Linux.
La prima versione di CentOS (l’acronimo si legge per esteso Community Enterprise Operating System) risale al 2004. La 8.0 è stata rilasciata nel 2019, basata su RHEL 8. Capace fin da subito di guadagnare la fiducia degli addetti è arrivata a essere la distribuzione Linux più utilizzata in ambito server. Nel 2014 è avvenuta l’acquisizione da parte di Red Hat.
Greg Kurtzer, co-fondatore di CentOS Linux, ha dichiarato di essere stato sorpreso dall’annuncio, anticipando di essersi messo al lavoro su un progetto che potrebbe almeno in parte raccoglierne l’eredità: Rocky Linux. Il nome è un omaggio a Rocky McGough, al suo fianco nella creazione del sistema operativo originale e scomparso nel 2010.