Con l’obiettivo di attrarre verso la propria piattaforma Linux anche le aziende più conservatrici, quelle ancora legate agli Unix commerciali, Red Hat ha introdotto un nuovo livello di supporto espressamente dedicato ai clienti che necessitano di soluzioni mission-critical. Tali clienti possono ora godere di un ciclo di vita del software di 10 anni, contro i 7 del programma standard, e di vari altri benefici.
“Con questa mossa miriamo a quelle aziende che attualmente utilizzano sistemi Unix-based e che necessitano di livelli di supporto fuori dall’ordinario”, ha affermato Scott Crenshaw, vice president della Platforms business unit di Red Hat, che ha sottolineato come in precedenza questo tipo di supporto venisse fornito esclusivamente per i sistemi di classe mainframe.
A tali aziende Red Hat può ora offrire il framework mission-critical sviluppato su richiesta di Fujitsu, ed oggi utilizzabile dalla società americana per rilanciare la propria offerta enterprise di fascia alta. “Fujitsu è venuta da noi dicendoci che aveva dei clienti che volevano passare a Linux conservando però lo stesso livello di supporto e di ciclo di vita che avevano con Unix”, ha spiegato Crenshaw.
Il dirigente di Red Hat afferma che le aziende hanno tutto da guadagnare nel dismettere i loro vecchi sistemi Unix e migrare verso la più economica e flessibile piattaforma Linux x86. “Soprattutto ora – ha detto Crenshaw – che garantiamo loro 60 mesi di stabilità della piattaforma – garanzia pensata per ridurre i costi associati alla gestione e amministrazione dei server su cui gira Red Hat Linux – e 10 anni di supporto per ogni major release della nostra piattaforma”.
Il nuovo livello di supporto, chiamato Red Hat Advanced Mission-Critical Programme , prevede inoltre tempi di risposta più rapidi alle richieste di assistenza.