Red Hat e altri 17 produttori di software open source portano il governo svizzero in tribunale. Il ministero delle Infrastrutture della Confederazione avrebbe affidato a Microsoft una commessa da 38 milioni di dollari senza aprire alcun bando pubblico : per questo, l’accusa chiede l’annullamento dell’accordo e l’apertura di una nuova procedura di selezione.
Il contratto incriminato riguarda la fornitura di sistemi operativi ed applicativi per i computer del dicastero federale. I dirigenti dell’agenzia lo hanno affidato a Microsoft – che si è accaparrata anche tutte le attività di supporto e assistenza – senza aprire alcun bando pubblico. E hanno gratificato l’azienda di Redmond di un compenso annuo di 14 milioni di franchi, pari a oltre 27 milioni di euro in tre anni.
Da qui il disappunto dei 18 produttori di software libero, che si sono costituiti in consorzio ed hanno investito della vicenda un tribunale federale elvetico. Gli attori chiedono l’annullamento del contratto già stipulato e l’avvio di un bando pubblico aperto, cui possano partecipare anche i vendor open source
“La causa solleva questioni importanti riguardo all’apertura informatica delle amministrazioni e alla stessa concorrenza tra software open source e proprietari” hanno sostenuto i legali di Red Hat in un post sul tema. Da qui la richiesta: “Red Hat chiede un processo di selezione pubblico, in grado di tenere conto dei vantaggi tecnici e commerciali dei software open source”
Interpellati in proposito, i responsabili del Ministero hanno motivato la propria scelta con la presunta mancanza di alternative a Microsoft. Ma anche a questo si oppone fieramente Red Hat, secondo la quale le soluzioni software aperte sarebbero già impiegate da importanti amministrazioni elvetiche quali il Comune di Zurigo, l’Agenzia Federale per le Telecomunicazioni e l’intero apparato del cantone di Solothurn.
Ma il caso svizzero, osservano alcuni commentatori, è soltanto la punta di un iceberg che non accenna a sciogliersi. “La Svizzera non è l’unico paese in cui vengono portati avanti comportamenti insensati come questo” ha detto a eWeek Europe il responsabile dell’Open Source Consortium Mark Taylor. “Questo genere di cose succede in tutta Europa, e nel Regno Unito praticamente tutte le branche dell’amministrazione impongono l’uso di soluzioni Microsoft”.
Le parole di Taylor sembrano trovare eco anche in un recente (e discusso ) pronunciamento del Consiglio Europeo . Investiti da un interpello dell’europarlamentare italiano Marco Cappato, che chiedeva delucidazioni intorno al mancato impiego del software aperto all’interno degli uffici comunitari, i responsabili del Consiglio hanno spiegato che la sostituzione dell’OSS alle preesistenti soluzioni proprietarie richiederebbe “una grossa mole di test per essere messo a punto”. Ragion per cui non si intraprende nessuna iniziativa in proposito.
Giovanni Arata