Washington (USA) – Accuse pesantissime quelle che piovono sui quartieri generali di Microsoft da parte dalla più nota tra le softwarehouse specializzate nella produzione di distribuzioni Linux. In una deposizione nel contesto del procedimento antitrust contro l’azienda di Bill Gates, infatti, Red Hat ha accusato Microsoft di terrorizzare costruttori e distributori per impedire la diffusione di Linux.
Secondo Michael Tiemann, CTO di Red Hat , alcuni costruttori sarebbero a tal punto messi nell’angolo da Microsoft da arrivare a rifiutare persino una qualsiasi discussione sull’ipotesi di inserire Linux sulle proprie macchine. Afferma Tiemann che quando si è trovato a parlare di questa ipotesi con i maggiori costruttori, come Compaq, Dell o IBM, “è come se fosse entrata una puzzola nella stanza”.
Non è chiaro quali siano le conseguenze che Microsoft avrebbe minacciato, secondo il CTO di Red Hat, nei confronti dei costruttori “disobbedienti”. “Come rappresentante dell’unico competitor in un mercato nel quale Microsoft domina – sostiene Tiemann – mi sono spesso sentito come se svolgessi l’occupazione più solitaria al mondo”.
L’accusa è invece circostanziata quando si va al caso specifico. Tiemann infatti sostiene che l’accordo raggiunto nel 2000 con Dell Computer è sfumato perché quest’ultima temeva che lavorare con Red Hat per inserire Linux sui propri computer avrebbe portato ad una rottura delle proprie relazioni con Microsoft.
Le bordate di Red Hat non giungono inattese. Nei giorni scorsi, infatti, i procuratori dei nove stati che ancora perseguono Microsoft nel procedimento antitrust avevano presentato una documentazione che sostiene appieno le dichiarazioni del manager di Red Hat.
Non è ancora chiaro quanto potrà pesare la testimonianza di Tiemann, ma proprio i riscontri tra quanto da lui affermato e i documenti agli atti difficilmente consentiranno al giudice che presiede il caso, Colleen Kollar-Kotelly, di ignorare queste accuse.
Poiché Tiemann ha anche accusato Microsoft di fare orecchie da mercante quando si parla di una versione del suo pacchetto Office per Linux, versione che sarebbe stata richiesta da colossi del calibro di Cisco Systems, il portavoce di Microsoft Jim Desler ha dichiarato nelle scorse ore che una versione Linux “non è molto richiesta”. E ha sostenuto che il porting su Linux avrebbe un costo il cui rientro non sarebbe garantito, al contrario di quanto accade con la versione di Office per sistemi Mac. “Loro – ha spiegato Desler riferendosi a Red Hat con un gioco di parole – vorrebbero soltanto sottrarci anni di ricerca e sviluppo senza pagare neppure un centesimo rosso”.