Raleigh (USA) – Contestando una recente decisione del tribunale che si occupa del caso, i legali di Red Hat hanno chiesto alla corte che la causa che la vede contrapposta a SCO Group possa proseguire “senza inutili pause”.
Come alcuni ricorderanno, infatti, il giudice che presiede la causa fra SCO e Red Hat ha deciso di congelare il dibattimento in attesa che si concluda il processo parallelo fra SCO e IBM. Secondo il magistrato, le due cause tentano di risolvere il medesimo problema, quello dei copyright reclamati da SCO su Linux, e pertanto sarebbe “uno spreco di risorse giudiziare avere due corti distrettuali che si occupano dello stesso caso”.
Gli avvocati di Red Hat hanno ribattuto dicendo che le due cause, seppure correlate, non sono identiche.
“Il caso fra SCO e IBM insiste fondamentalmente sulle relazioni contrattuali fra le due società, mentre il nostro caso riguarda il danno che SCO ha fatto e continua a fare a Red Hat”, si legge nell’istanza presentata da Red Hat.
Red Hat vuole che il tribunale stabilisca nel più breve tempo possibile che i propri prodotti non violano alcuna proprietà intellettuale di SCO.
Come noto, Red Hat accusa SCO di fare “affermazioni pubbliche infondate e menzognere che attaccano Red Hat Linux e l’integrità del processo di sviluppo del software open source”. Oltre a questo, la leader del mercato di Linux sostiene che SCO sta portando avanti una campagna contro Linux attraverso cui conta di spingere molte clienti di Red Hat ad acquistare una licenza “illegale” per l’uso di codice open source.
“Questo è inammissibile”, ha proclamato Mark Webbink, consulente legale di Red Hat. “Quando SCO perderà questa causa dovrà risarcire un bel po’ di soldi”.
Nel frattempo la start-up Open Source Risk Management (OSRM) ha dato il via al suo programma d’indennizzo per gli utenti di Linux annunciato lo scorso marzo . Con la collaborazione di Pamela Jones, fondatrice del sito Groklaw.net, OSRM fornirà alle aziende che ne faranno richiesta una copertura legale che le metta al riparo da eventuali denunce da parte di SCO.
Come noto, SCO reclama diritti su diverse porzioni di codice e tecnologie che si trovano alla base dei kernel 2.4 e 2.6 di Linux e, di conseguenza, l’azienda sostiene che tutti gli utenti commerciali che utilizzano sistemi operativi o altri software basati su tali software violano i suoi copyright. SCO afferma che l’unico modo che questi utenti hanno per “mettersi in regola”, ed evitare così eventuali cause, è quello di acquistare un’apposita licenza per l’uso (ma non la modifica) di Linux.