Regione Piemonte: non incentiveremo Immuni

Regione Piemonte: non incentiveremo Immuni

La Regione Piemonte non mette al bando Immuni, ma al tempo stesso non ne incentiverà in alcun modo l'utilizzo: lo ha deciso la task force.
Regione Piemonte: non incentiveremo Immuni
La Regione Piemonte non mette al bando Immuni, ma al tempo stesso non ne incentiverà in alcun modo l'utilizzo: lo ha deciso la task force.

Anche la Regione Piemonte sembra orientarsi sulle direttrici dell’approccio veneto nei confronti dell’app Immuni. E l’orientamento è il seguente: nessuno si metterà di traverso, ma il consiglio fornito agli utenti sarà quello di fare a meno dell’app. Questo approccio è ovviamente fortemente penalizzante nei confronti del progetto Immuni perché pone nuove resistenze psicologiche di fronte ad un processo che, per potersi imporre, avrebbe invece bisogno di un rapporto fiduciario che ora le istituzioni regionali tendono invece a minare. Nella recente audizione alla Camera, la ministra Pisano ha spiegato che proprio nelle Regioni confidava per poter portare avanti la sensibilizzazione sui territori: quanto trapela ora invece da Palazzo Lascaris (sede del Consiglio Regionale del Piemonte) è una contrapposizione chiara (pur se discreta) al progetto del ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione.

Piemonte, no a Immuni: perché?

Il Piemonte non dice di “no” a Immuni, ma nemmeno si impegnerà ad incentivarne il download. Queste le parole di Ferruccio Fazio, responsabile della task force piemontese per la Fase 2, scelto personalmente dal governatore Cirio dopo le debacle iniziali della Regione in tema Covid-19:

Non riteniamo opportuno incentivare in Piemonte l’uso della app Immuni. Io ritengo che, da noi in Piemonte, non sia troppo utile visto che abbiamo messo in piedi un sistema di tracciamento dei contatti avanzato. È solo un alert.

Alle parole di Fazio seguono quelle di Guido Giustetto, parte attiva della task force di Fazio, così come riportate dal Corriere della Sera:

Immuni rischia di creare falsi timori e una richiesta di tamponi non giustificata come i test sierologici. In sostanza non si può fare un’indagine epidemiologica. Immuni è utile come alert, non come sistema di tracciamento dei contatti che, oggi, in Piemonte, è veloce. Dalla segnalazione del sospetto al referto del tampone passano 48-72 ore. […] Certo, Immuni può aiutare a recuperare qualche positivo ma a fronte di un possibile forte incremento di tamponi.

Così per La Stampa:

Se il numero di quanti la scaricano non è rilevante l’utilità è già compromessa. Altrove potrà essere utile, in Piemonte non ci serve

Responsabilità che non lo erano

Le argomentazioni di Fazio e Giustetto sembrano tuttavia estremamente fragili. Questo perché attribuiscono ad Immuni un ruolo che non gli compete, salvo dimostrare subito dopo che Immuni non è in grado di assolvere al ruolo che gli è stato – erroneamente – attribuito. In nessun modo, infatti, Immuni è mai stato pensato come sostituto dell’intervista che le autorità sanitarie compiono nei confronti dei positivi a Covid-19: sostenere il contrario significa alimentare un’informazione erronea, generando confusione su di un tema ove la confusione è un peccato che non ci si può permettere.

Curioso è il fatto che l’assessore alla Sanità, Luigi Icardi, di fatto esautorato nelle settimane scorse dal ruolo di guida dell’emergenza con il subentro di Fazio alla destra del governatore Alberto Cirio, si smarchi invece dalla polemica lasciando piena libertà di opinione ai piemontesi: “Il progetto è governativo. Noi abbiamo fornito le informazioni che Roma chiedeva per far funzionare l’app, ma ognuno è libero di scaricarla o no“. Come a dire: non sarà l’Assessore a bocciare Immuni, ma non sarà certo lui a promuoverla.

Il braccio di ferro legato all’emergenza sanitaria, precedentemente identificato negli attriti tra Stato e Regioni, oggi sembra per molti versi spostarsi sul piano politico. Ne è un segno chiaro l’assenza della Lega durante l’audizione della ministra Pisano, ne sono chiari indizi il defilarsi discreto di Zaia, Fedriga e Cirio esprimendo sfiducia nell’app ministeriale. Prima ancora che Immuni possa prendere il via, insomma, la politica sembra mettersi di traverso minandone le basi fiduciarie e trasformando il numero dei download in una sorta di referendum improprio sull’idea di fondo.

Nella speranza collettiva che nessun ritorno dell’emergenza possa metterci di fronte a rammarici di sorta: a quel punto sarà tardi e si giocherà la partita con le carte che si avranno in mano.

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
5 giu 2020
Link copiato negli appunti