Si chiama Richard Craig Lissaman il primo utente arrestato in Canada in seguito all’inasprimento della normativa sui diritti d’autore. Il 21enne è stato arrestato mentre registrava un film in sala.
Il fatto è risalente allo scorso 21 dicembre, data in cui il giovane si era recato in un cinema nei dintorni di Calgary per visionare la prima di Sweeney Todd , ultimo film del celebre regista Tim Burton . Stando a quanto dichiarato da un procuratore distrettuale, l’uomo avrebbe introdotto in sala una telecamera nascosta in un calzino. Per non essere visto dal personale di sorveglianza , l’uomo avrebbe anche occultato il led rosso che segnala la registrazione in corso con del nastro adesivo, precauzione del tutto vana: individuato il pirata, il personale in servizio in sala ha provveduto ad accendere le luci, interrompendo la proiezione. Poco dopo il bootlegger è stato portato via dalla polizia locale, ammettendo dopo qualche ora di aver effettivamente registrato parte del film.
Dopo sei mesi di indagini, trascinato dinanzi al giudice, Lissaman si è prima dichiarato colpevole e poi è stato condannato a pagare una multa di quasi 1500 dollari canadesi. Inoltre gli è vietato accedere a qualsiasi cinema del paese per un periodo di 12 mesi, arco di tempo in cui all’imputato sarà vietato acquistare o detenere fuori dal proprio domicilio qualsiasi dispositivo utile alla registrazione di immagini, inclusi i cellulari dotati di funzionalità camcorder.
“Il crimine commesso dal giovane non può essere comparato al taccheggio: non si tratta di qualcuno che ruba del pane o un litro di latte per uso personale, ma di qualcuno che si impossessa di un carrello pieno di carne per poi rivenderla e guadagnarci” spiega Catherine Skene, giudice incaricato del caso. “Qualcuno potrebbe obiettare che il film sarebbe stato registrato per un uso privato, ma non si tratta di semplice furto per uso personale: l’utilizzo della telecamera induce a pensare alla volontà di voler trarre profitto dalla registrazione”.
Di diverso avviso la difesa del giovane, secondo la quale si sarebbe trattato di un caso isolato, senza traccia di evidenza di altre violazioni o intenzioni di trarne profitto: “Se si valutano le accuse, il mio cliente è stato solo condannato per aver registrato un film senza il consenso di chi detiene i diritti” dichiara l’avvocato Steven Jenuth. “Nonostante la sentenza, tra i capi d’accusa non figurano la copia e la distribuzione del film” continua.
Per nulla soddisfatte le major, alla ricerca di un segnale deciso per sensibilizzare gli utenti sulla dilagante criminalità coinvolta nel P2P: “Avremmo voluto vederlo dietro le sbarre, per mandare un messaggio forte. Speriamo sia solo un punto di partenza” dichiara Virginia Jones, direttore delle politiche e degli affari legali della Canadian Motion Picture Distributors Association ( CMPDA ). “Il Canada è un terreno fertile per la pirateria cinematografica, che porta ad una perdita di miliardi di dollari per l’industria” gli fa eco Mark Christiansen, dirigente di Paramount Pictures .
Secondo i due esponenti delle major, “una singola copia registrata in qualsiasi cinema porta alla mancata distribuzione legale di infinite altre copie, devastando l’industria cinematografica costretta a tagliare personale”. Una presa di posizione, quella dei due delegati, che parlano di pirateria e di danni miliardari ad essa correlati che si ripercuotono sull’intero sistema economico.
Vincenzo Gentile