Registration Authority fuori dalle regole?

Registration Authority fuori dalle regole?

La RA accetta i suggerimenti della Presidenza del Consiglio ma ne nasce una querelle interna al NIC. Impappinamenti vari portati in superficie dai domini registrati da Grauso
La RA accetta i suggerimenti della Presidenza del Consiglio ma ne nasce una querelle interna al NIC. Impappinamenti vari portati in superficie dai domini registrati da Grauso


Web (internet) – Riassunto delle puntate precedenti: tutto è cominciato con “la questione” Nichi Grauso. La registrazione da parte dell’imprenditore sardo di decine di migliaia di domini .it sembra aver gettato nello sconforto gli organismi che presiedono alle regole ( Naming Authority ) e alla registrazione ( Registration Authority ).

Nelle liste interne di dibattito tra i membri delle autorità (mantainer, aziende ecc.) al momento vengono discussi due temi: il primo è come reagire alle registrazioni effettuate da Grauso, malsopportate da tutti, mentre il secondo riguarda l’emergere di comportamenti dei direttivi del NIC non più condivisi da alcuni. Addirittura un provider piuttosto noto ha chiesto la privatizzazione della Registration Authority come unico modo per “sanare” la situazione.

Ad ogni modo, sull’azione di Grauso c’è chi sostiene che la registrazione di una parte consisente di quei domini effettuata attraverso la società Polis srl sarebbe da considerare nulla in quanto Polis non sarebbe “una società attiva”. A muovere i responsabili del NIC c’è anche una raccomandazione della Presidenza del Consiglio che il 25 gennaio chiedeva di “limitare al massimo le registrazioni ai casi in cui sia provato il titolo all’uso di quello specifico nomecognome.it da parte del richiedente”.

Grauso, lo ha ripetuto più volte in questi giorni, ha voluto portare in evidenza alcuni “nodi chiave” relativi allo sviluppo della rete e in particolare alla questione dei domini. L’eventuale “restituzione” al NIC o ad altri di domini “nomecognome.it” pone infatti seri problemi, e tra questi anche quello su chi abbia o meno diritto di possedere un dominio del genere. Il sottosegretario all’Innovazione Stefano Passigli, si era lamentato della registrazione del dominio stefanopassigli.it rivendicandone la disponibilità. La domanda è: a quale dei vari Stefano Passigli in Italia “spetta di diritto” quel dominio?


La RA nel frattempo, con una nota che ha girato all’interno delle mailing list dedicate del NIC, ha reso noto di aver deciso di accogliere l’invito della Presidenza del Consiglio e di sospendere conseguentemente le registrazioni di domini relativi “a nomi e cognomi di persone fisiche quando il richiedente non abbia dimostrato di avere titolo all’uso di quello specifico ‘nome cognome’ “.

Una scelta, quella della RA, poi vivamente contestata perché istituzionalmente la Registration Authority non agisce su suggerimento della Presidenza del Consiglio, quanto invece in base alle regole dettate dalla Naming Auhority.

Dalla decisione della RA ne è seguita quindi una querelle a colpi di: “Come è possibile che il direttore della RA si arroghi il diritto di sospendere registrazioni senza prima l’ autorizzazione della NA?”. E in effetti stando agli articoli 13.2 e 13.3 delle regole di naming , la RA può sì richiedere documenti comprovanti il diritto alla registrazione del dominio (da consegnare entro 30 giorni da tale richiesta) ma soltando dopo l’avvenuta registrazione. La “sospensione” a priori, dunque, non è contemplata dalle regole.

Va detto comunque che insieme alla esternazione di una decisione che qualcuno ha giudicato arbitraria, la RA faceva anche ufficiale richiesta alla NA per una modifica delle regole “per recepire la raccomandazione”. E proprio in queste ore si sta cercando un modo per impedire che quanto è accaduto con “l’operazione Grauso” si ripeta, con qualcuno che si chiede come mai non ci si è pensato prima. Il seguito prossimamente su queste pagine?

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Pubblicato il
23 feb 2000
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