Registro Internet delle Imprese?

Registro Internet delle Imprese?

Attenzione alla lettera pubblicitaria che parla di questo Registro: non c'è nessun obbligo e chi firma rischia di impegnarsi a versare più di 800 euro. Innumerevoli le segnalazioni giunte in questi giorni
Attenzione alla lettera pubblicitaria che parla di questo Registro: non c'è nessun obbligo e chi firma rischia di impegnarsi a versare più di 800 euro. Innumerevoli le segnalazioni giunte in questi giorni

Roma – “Mi è pervenuto in questi giorni un documento da un fantomatico Registro Italiano in Internet. Ad un primo esame superficiale sembrerebbe una cosa seria, invece, leggendo attentamente, si tratta di un ordine fatto ad un editore di Amburgo”. Così Giuseppe I. ha scritto a Punto Informatico nei giorni scorsi, e con lui hanno fatto molti altri, per denunciare l’arrivo nella propria cassetta della posta di un documento che sembra avere tutti i crismi dell’ufficialità ma che, in realtà, è una spregiudicata pubblicità, che qualcuno non ha esitato persino a definire un raggiro.

“Vi invio in allegato la scansione di un foglio arrivato pochi gg fa in ufficio – scrive Roberto U. – In testa un logo che ricorda quello della Telecom in rosso, in apparenza sembra un servizio di censimento di siti e di inserimento in qualche motore di ricerca, invece è un servizio che fanno pagare 800 e passa euro l’anno…”

Cosa c’è dietro questa lettera che sta arrivando a moltissimi intestatari di domini.it e che operatori come Euchia non esitano a definire “lettera truffaldina”? “Attenzione – scrive Euchia – la lettera invita alla correzione di eventuali errori e chiede l’indicazione delle parole chiave per essere presente su un motore di ricerca. Il settore di appartenenza del dominio, riportato sulla lettera è errato e un cliente istintivamente vedendo l’errore, lo sistema, firma e invia il FAX di correzione. Il problema è che al FAX corrisponde l’accettazione di un servizio che costa 858,00 Euro!”

Di certo, a parte il logo che ricorda da vicino quello Telecom, il nome altisonante dell’intestatario, “Registro italiano in Internet”, potrebbe indurre qualcuno a ritenere che a spedire la singolare missiva sia una istituzione nostrana. La stessa impressione si potrebbe ricavare da una lettura superficiale della lettera, perché il tono utilizzato è molto “ufficiale”.

In realtà di ufficiale non c’è nulla. Come accennato, infatti, a spedirla è un editore tedesco, con base ad Amburgo, pronto a ricevere i fax di risposta (“firma legalmente vincolante”) che gli consentiranno di spedire fatture da 858 euro, tanto costerebbe il servizio offerto dalla lettera, ovvero il mero inserimento di un dominio internet in una directory definita “Registro”.

Per giudicare la legittimità di una lettera del genere e l’affidabilità di chi l’ha ideata è buona idea leggerla: eccola qui di seguito.

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Pubblicato il
6 giu 2005
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