“A Google piace pensare di essere un player globale. In realtà sta agendo come un adolescente irresponsabile”: questa l’aggressiva denuncia di Privacy International mentre le automobili sguinzagliate da Mountain View battono il suolo del Regno Unito. I propositi e i metodi di Google non piacciono alle associazioni a tutela dei diritti civili: una denuncia è pronta a scattare.
Da giorni i cittadini del Regno Unito avvistano le automobili munite di telecamera rotante: Google sta procedendo alla mappatura fotografica livello strada delle principali città dell’Isola per aggiungere scorci e percorsi del Regno Unito a quelli che i netizen possono percorrere passeggiando online. Se in Italia le Gmobili hanno innescato il fuggifuggi generale, nel Regno Unito stanno scatenando accese polemiche.
A scagliare accuse contro Mountain View è Privacy International: i volti dei cittadini non possono essere impunemente catturati e sbattuti online: non per fini commerciali come quelli perseguiti da Google, non senza che venga chiesto il loro consenso . Simon Davis, a capo dell’associazione, ritiene che la grande G non abbia diritto di evadere la legge a fronte di vaghe promesse: per questo motivo ha compilato una missiva e l’ha inviata al quartiere generale di Google.
Privacy International non crede alle rassicurazioni di cui Google è prodiga, non crede che Street View sia un servizio che si possa conciliare con la legge. Nonostante BigG abbia più volte assicurato di voler agire nel quadro delle norme locali, è spesso accaduto che le automobili di Google siano sconfinate laddove non avrebbero potuto, è spesso accaduto che da Mountain View ammettessero la propria fallibilità. Per questo motivo si è ritenuto opportuno approntare un sistema di offuscamento automatico di volti e targhe di automobili.
È questo un ulteriore elemento a fondamento della sfiducia di Davies. Nella lettera inviata ad una dirigente di Google, Davies cita le dichiarazioni degli ingegneri di Mountain View: “Quando sei settimane fa abbiamo richiesto informazioni ai suoi colleghi riguardo alla tecnologia di blurring, hanno ammesso che ci sono dei problemi a livello tecnico”. Davies vuole che Google riveli qualche dettaglio in più riguardo alla tecnologia e allo stato di avanzamento del sistema di offuscamento, che dovrebbe tutelare la vita privata dei cittadini che popolano le strade navigabili online. Se la sfocatura automatica e massiva non dovesse funzionare appieno, Google Street View non potrebbe ospitare le immagini della città del Regno Unito . In Europa, avverte Davies, la legge non potrebbe tollerare che l’offuscamento di volti e targhe di automobili avvenga su richiesta così come accade negli States: Google dovrebbe richiedere il consenso informato dei cittadini immortalati prima della pubblicazione.
L’associazione, ricordando che nel passato le richieste formulate a Google sono spesso rimaste disattese, dà a Google un ultimatum . BigG ha sette giorni di tempo per fornire informazioni: se la richiesta di Davies dovesse essere trascurata, Privacy International “non avrà altra scelta che rivolgersi all’ICO”, il garante della privacy britannico. Non è dato sapere se le rimostranze di Privacy International raggiungeranno l’ICO, non è altrettanto chiara la posizione di Google rispetto alla legge: “Le cam non hanno come obiettivo nessuno in particolare – spiega un legale a Out-Law.com – e potrebbe essere complesso sostenere che Google stia violando il diritto alla privacy di qualcuno”.
Se il supervisore europeo per la protezione dei dati aveva già espresso dei dubbi in relazione a Google Street View, si stanno verificando dei sommovimenti anche sul territorio francese, sul quale Google ha lanciato il servizio in occasione del Tour de France. È possibile percorrerne le tappe, è possibile sconfinare in Italia seguendo le tracce dei ciclisti, è possibile apprezzare le prime manifestazioni della tecnologia di offuscamento che sembra creare qualche problema agli ingegneri della grande G.
A rimbrottare Google è la Commission Nationale de l’Informatique et de la Liberté ( CNIL ): il sistema di offuscamento di Google non è efficiente al cento per cento, “i volti immortalati di profilo e le targhe fotografate oltre i cancelli o di sbieco non sono individuate e offuscate. Per questo motivo dal CNIL chiedono che “gli utenti siano informati chiaramente dei loro diritti nel rispetto delle leggi europee sulla protezione dei dati personali”.
Gaia Bottà