15 milioni. È la mole di dati contenuta nel nuovo sistema informatico adottato dalle forze di sicurezza del Regno Unito. Una struttura digitale nata con l’obiettivo di condividere dati e informazioni relativi alle persone che hanno avuto problemi con la giustizia.
Il Police National Database risponde alle richieste della Bichard Inquiry , avanzata dal funzionario pubblico Michael Bichard in seguito al delitto di Soham, nel quale furono assassinate le gemelle Holly Wells e Jessica Chapman. In quell’occasione (2002), Bichard si rivolse al Parlamento d’Albione per chiedere che le autorità di sorveglianza aumentassero la condivisione di informazioni relative ai criminali e ai cittadini sospettati, dopo che la polizia si era rifiutata di trasmettere i dettagli relativi a Ian Huntley un anno prima del delitto.
Il sistema informatico nazionale è stato costruito dall’azienda IT Logica e autorizza 56 forze di polizia distribuite tra Inghilterra, Galles e Scozia a condividere informazioni riservate e identificare gli schemi del comportamento criminale .
Le questioni concernenti la privacy sollevate dalla nuova architettura di dati del Regno Unito mostrano due fronti contrapposti: la necessità dell’introduzione di un simile sistema di sicurezza espressa da Nick Gargan, capo della National Policing Improvement Agency , e il timore che le informazioni siano trafugate o che il database possa contenere per qualche motivo anche persone innocenti o vittime del crimine, secondo quanto dichiarato da Daniel Hamilton, portavoce del gruppo Big Brother Watch .
Il Police National Database possiede dei controlli di accesso grazie ai quali solo persone autorizzate possono entrare in contatto con i dati raccolti per motivi legati alla posizione ricoperta dai richiedenti.
Cristina Sciannamblo