Il regolamento che entrerà in vigore il prossimo 31 marzo, e che attribuisce all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) poteri di vigilanza e di ispezione sui contenuti che violano il diritto d’autore online, dovrà affrontare il giudizio del tribunale amministrativo (TAR) del Lazio.
Il discusso regolamento che modifica la legge sul diritto d’autore attribuendo al Garante un ruolo che è stato definito da “sceriffo della Rete” ha sollevato diverse critiche: già aveva dichiarato battaglia Marco Pierani di Altroconsumo che ha definito il testo “gravemente lesivo dei diritti civili niente a favore della promozione del mercato legale, solo ottuso enforcement”, ed i sindacati avevano chiesto chiarimenti sul personale che dovrà caricarsi i nuovi compiti legati alle procedure antipirateria . Inoltre in Parlamento sono state già depositate due proposte di legge sul diritto d’autore per affrontare la questione della competenza dell’AGCOM: una a firma di Mirella Liuzzi (M5S), una di Felice Casson (PD).
Da ultimo sono state le associazioni Anso (Associazione nazionale stampa online), Femi (Federazione Media digitali indipendenti) e Open Media Coalition, rappresentate da Guido Scorza, Ernesto Belisario e Maria Laura Salvati, a mettere in dubbio la legittimità delle disposizioni adottate dall’Authority rivolgendosi direttamente al Tar del Lazio .
Anso, Femi e Open Media Coalition hanno riferito di non essere “dalla parte dei pirati”, ma che sono “semplicemente convinti che non si possa tutelare una categoria di diritti, calpestandone altri. La libertà di informazione, il diritto al giudice naturale, il diritto a un giusto processo e a un giusto procedimento sono, tutti principi che, sfortunatamente, AGCOM ha scelto di ignorare e calpestare”.
Secondo il ricorso, inoltre, “non spettava ad AGCOM scrivere nuove regole per il diritto d’autore online, sostituendosi al Parlamento e ai Giudici Ordinari ai quali la legge sul Diritto d’autore attribuisce la giurisdizione esclusiva in materia di proprietà intellettuale, prevedendo, peraltro, anche la possibilità per i titolari dei diritti di chiedere e ottenere provvedimenti d’urgenza assolutamente analoghi a quelli che l’Authority si è ora attribuita il potere di emanare al posto dei giudici”.
Peraltro indiscrezioni non confermate parlano di un ricorso in via di concretizzazione anche da parte di Wind .
Claudio Tamburrino