Nel titolo della relazione annuale pubblicata dal Garante Privacy è indicato “2019”, ma il testo non può per ovvie ragioni non tenere conto di quanto accaduto nel corso degli ultimi mesi, destabilizzanti per il nostro paese non solo a livello sanitario ed economico. L’autorità si è vista più volte chiamata in causa per pronunciarsi su questioni come gestione dell’emergenza, didattica a distanza e pagelle, sul disastro INPS e sull’app Immuni a cui ha fornito il proprio via libera.
L’Italia, privacy e “umanesimo digitale”
Il documento spazia dalle violazioni dei dati (ben 1.443 i data breach notificati in dodici mesi) alle pratiche per la profilazione occulta degli utenti fino alle potenziali minacce poste da player sempre più presenti nel nostro territorio come il social network TikTok particolarmente popolare tra le fasce d’età più giovani. Sotto osservazione anche le misure di sicurezza implementate da piattaforme, imprese e pubbliche amministrazioni.
L’attività del Garante si è poi strutturata in iniziative finalizzate a contrastare i fenomeni di cyberbullismo e telemarketing aggressivo, alla sensibilizzazione su minacce come i ransomware e sulla tutela del diritto all’oblio ormai da qualche anno presente in tutta Europa. Riportiamo di seguito un estratto dal discorso del Presidente, Antonello Soro.
… in quest’affermazione identitaria di “umanesimo digitale”, la protezione dati assume una sempre più insostituibile funzione di salvaguardia dello Stato di diritto, di fronte alle continue tensioni imposte dalla sinergia di tecnica, potere e persino emergenza, essendo strumento di governo non solo dell’identità individuale, ma anche dell’umanità rispetto alla potenza di calcolo.
Chiudiamo con alcune cifre tratte dalla relazione che ben sintetizzano l’attività del Garante nell’ultimo anno:
- 232 i provvedimenti collegiali adottati;
- più di 8.000 i riscontri forniti a reclami e segnalazioni;
- 46 i pareri in merito ad atti regolamentari e amministrativi;
- 33 quelli resi ai sensi della normativa sulla trasparenza;
- 9 le comunicazioni relative a notizie di reato riguardanti inosservanza dei provvedimenti, falsità nelle dichiarazioni e accessi abusivi a sistemi informativi con 36 ordinanze-ingiunzione;
- 147 le ispezioni effettuate;
- oltre 15.800 i riscontri forniti a quesiti derivanti da attività di relazione con il pubblico.