Si ha spesso la sensazione per cui il complottismo sia un fenomeno per molti versi sterile, destinato ad esaurirsi nel “tic tic tac” di gruppi Facebook o chat Telegram fini a sé stessi. Sensazioni fuorvianti, parziali, dovute al fatto che in questi anni si è assistito soprattutto alla fase iniziale della parabola evolutiva del fenomeno. Eppure sono ormai molti i segni che indicano una sempre più frequente esondazione del complottismo verso fenomenologie violente che con il digitale hanno poco a che fare. Un nome su tutti si fa strada in questi giorni: Rémy Daillet-Wiedemann.
Rémy Daillet-Wiedemann
Dietro il nome di Rémy Daillet-Wiedemann si cela l’icona della parabola che il complottismo rischia di assumere: tratto agli arresti, Daillet ha alle spalle una vita tumultuosa, lettere di ammonimento alla politica francese e sfrenati attacchi alle iniziative di difesa dalla Covid19. Due tratti lo contraddistinguono: nella medesima figura si celano un convinto no-vax ed un attivista no-5G. No Vax e No 5G, due sfumature che nulla hanno a che vedere l’una con l’altra su basi scientifiche, ma che molto hanno in comune su basi anti-establishment.
Insomma, pur senza chiederlo probabilmente possiamo immaginare cosa ne pensi Daillet su Gates e Soros. Fin quando le sue invettive restavano isolate a YouTube ed a sparute lettere apparentemente prive di credibilità, il suo nome era stato relegato alla schiera dei leoni da tastiera che cercano visibilità cavalcando ideologie populiste; quando si è compreso come alle sue spalle stesse invece montando un movimento paramilitare, ecco che i tratti tipici del “complottista” sono diventati quelli tradizionali del “sovversivo”. Sovvertire, del resto, è esattamente lo scopo che si prefiggeva il 55enne mentre pianificava rapimenti, prese di potere, occupazione di stazioni televisive e altro ancora.
Ciò che gli inquirenti hanno scoperto è che Rémy Daillet-Wiedemann stava pianificando la distruzione di centri vaccinali, l’abbattimento di antenne 5G e attacchi al Palazzo presidenziale alla stregua di quanto accaduto nell’epifania dell’era Trump con la presa del Congresso. In Italia abbiamo visto (e forse non ancora del tutto compreso) deviazioni simili durante le recenti proteste no-Green Pass, in molti casi sfruttate strumentalmente da movimenti di estrema destra per intestarsene i capisaldi e traslando sulla violenza la fenomenologia di piazza.
Il golpe complottista è stato sventato fermando uno dei suoi leader, ma questo dovrà costringere le istituzioni a reinterpretare la parabola del complottismo per capire davvero quando si tratti di semplici “tic tic tac” e quando invece celino convinzioni più radicalizzate e pericolose. Quando l’ideologia No Vax sposa quella No 5G, del resto, non si può più parlare di singole (legittime) convinzioni da porre su di un piano dialogico per il confronto di posizioni: si tratta di semplice rifiuto della realtà e dell’ordine costituito, con conseguenze inevitabilmente deleterie.