L’impatto che l’avvento del digitale ha avuto su sistemi elettorali, rappresentazioni politiche, democrazia e partecipazione dei cittadini, è cosa fino ad oggi ancora molto poco nota. La stessa formazione dell’opinione pubblica ha subito una fortissima – e per larghi tratti ignota – trasformazione, rendendo le posizioni vorticosamente volubili e difficilmente intellegibili.
Di qui la necessità di tornare a studiare e capire: nasce da questa intenzione di fondo la prima edizione dell’International Forum on Digital and Democracy (IFDaD), evento internazionale di grande respiro incentrato su un tema di fondamentale importanza per il futuro prossimo venturo. La sede avrebbe dovuto essere a Venezia, ma alla luce della situazione attuale di isolamento si è riconvertito l’evento in Forum Digitale con due pomeriggi densi di sessioni online, conferenze, workshop, case study e possibilità di interloquire con gli importanti panelist annunciati.
L’appuntamento è per il 10-11 dicembre 2020: la partecipazione è gratuita, ma richiede iscrizione preventiva (qui).
How digital tech can contribute to political legitimation, safeguard election integrity and build societal trust? Issues to be discussed at #ifdad2020 December 10 -11
Register here for free participation 👉 https://t.co/XOIr1q5YwM pic.twitter.com/6mvKXKxTrm— International Forum on Digital and Democracy (@ifdad_forum) November 10, 2020
International Forum on Digital and Democracy
Così Jeffrey Sachs introduce il tema, definendo una precisa cornice di quel che vuole essere questo primo International Forum on Digital and Democracy:
Internet è nato con l’utopica promessa di liberazione ma ha assunto gli spettri della concentrazione di potere, della sorveglianza, della perdita di privacy, delle notizie false e della cyber-guerriglia. Queste sono vere minacce, ma non dobbiamo perdere l’originario ottimismo perché Internet consente di approfondire i contatti umani, dare potere ai poveri, fornire servizi e democratizzare la sfera politica
L’evento, organizzato da Associazione Copernicani (advocacy group, indipendente, transpartitico, sui temi dell’innovazione) e Re-Imagine Europa (incubatore di nuove idee politiche che funge da promotore, catalizzatore e comunicatore per re-immaginare il nostro futuro), si pone una serie di interrogativi a guidare i panel di questa prima edizione:
- come sia possibile affrontare la velocità scalare del digitale, oltre al processo di policy making, considerando l’attuale “ecosistema” analogico delle istituzioni?
- quale analisi delle garanzie, dei limiti, degli obblighi, della privacy, della trasparenza, nell’attuale scenario in evoluzione?
- quali sono le caratteristiche principali delle recenti sperimentazioni e quali lezioni dobbiamo trarre da esse?
- come costruire realistiche ipotesi per il futuro della democrazia nel contesto della velocità di evoluzione della società digitale?
Gli speaker
Věra Jourová (vicepresidente della Commissione europea responsabile per le politiche su valori e trasparenza), Jeffrey Sachs (economista alla guida del Sustainable Development Solutions Network delle Nazioni Unite), Romano Prodi (politico ed ex-Presidente del Consiglio in Italia e Presidente della Commissione Europea), Manuel Castells (sociologo, esperto di società dell’informazione): sono questi solo alcuni degli speaker annunciati all’interno di un programma che vuole dar vita ad un vero e proprio movimento di pensiero per l’approfondimento di tematiche tanto importanti. A questi nomi si aggiunge una fitta schiera di informatici, data scientist, esperti di IA e blockchain, piattaforme digitali ed una rappresentazione trasversale di figure che uniscono il mondo della Rete a quello della Politica. Alcuni nomi: Colin Megill co-fondatore di pol.is; Gianluca Misuraca, Senior Scientist presso il Joint Research Centre della Commissione Europea; Roberto Viola, Direttore Generale del DG-Connect (Directorate‑General for Communications Networks, Content and Technology presso la Commissione Europea); Richard Barbrook, accademico, autore di influenti testi visionari sul futuro della società e della politica.
Molto importanti gli endorsement raccolti: Commissione Europea e UNESCO sono a bordo fin dalla prima edizione. Nella cabina di regia si contano inoltre la Fondazione Giorgio Cini e l’Università Cà Foscari di Venezia, in partnership con P&R Fountadion ed Euroconsumer, mentre il comitato organizzatore vede attivi nomi quali Stefano Quintarelli, Carlo Bagnoli, Giorgio De Michelis, Patrizia Feletig, Andrea Loreggia e Andrea Resca.
Impossibile non citare, all’interno di un comitato scientifico estremamente prestigioso, figure come quelle di Paolo Benanti (francescano, teologo, si occupa di etica, bioetica ed etica delle tecnologie) o Tommaso Valletti (economista e docente all’Imperial College di Londra, già capoeconomista all’Antitrust europea nel team della commissaria Margrethe Vestager):
Fulcro dell’evento sarà la discussione di otto lavori di studiosi da tutto il mondo, selezionati attraverso una Call for Paper che ha messo assieme “le ipotesi più creative, provocatorie, costruttive” provenienti dalle sperimentazioni del laboratorio politico-digitale di tutto il mondo. Ogni due anni questo sforzo di raccolta ed analisi delle proposte sarà l’occasione per fare il punto su come la situazione stia evolvendo, così da poter discutere delle proposte più ambiziose che vedranno la luce.
IFDaD 2020 si preannuncia pertanto come un evento di ampio respiro e di grande approfondimento, un’opportunità di dibattito e di contaminazione culturale fondamentale per la comprensione di un aspetto politico e sociologico sempre più centrale per chi intende lavorare alla progettazione del futuro: il digitale plasma realtà, rapporti e società, dunque occorrono strumenti, formule e dinamiche nuove per ridisegnare il nostro modo di stare al mondo. Quali siano, resta tutto ancora da scoprire.