Web (internet) – Nei primi anni del Novecento, William Ogburn introduceva in sociologia il concetto di cultura adattiva per descrivere lo sfasamento esistente all’interno di ogni realtà tra una cultura materiale, produttiva, tecnologica, tangibile, e una cultura non materiale ? adattiva per l’appunto ? che si sviluppava con minore rapidità della prima.
Il principio veniva successivamente ripreso e reinterpretato da un altro studioso, Neil J. Smelser, che a proposito della proliferazione del nucleare osservava, nella prima metà degli anni Ottanta, come nonostante da quasi una generazione esistesse “la capacità di distruggere quasi tutta la vita sulla terra eppure non si è ancora trovato il modo di regolamentare e incanalare questa tecnologia”.
Pare evidente oltre che facilmente dimostrabile – al di là di ogni ulteriore valutazione e divagazione accademica – l’estrema attualità, seppur a distanza di cento anni, di un simile ragionamento: l’innovazione tecnologica, all’alba del nuovo millennio è fortemente connotata dai caratteri della virtualità e della trasnazionalità. Ma entra ancora a pieno titolo in quella categoria ? se così possiamo definirla ? che nella teoria di Ogburn giocava il ruolo della lepre inseguita da un cacciatore affaticato, la cultura adattiva, incarnata nella fattispecie da apparati normativi spesso in ritardo o costituiti da regole riferite ad entità territoriali radicalmente diverse o divenute insignificanti rispetto agli ambiti planetari di azione e diffusione delle nuove tecnologie.
Da Echelon a Enfopol , via via fino ai cookies , agli sniffer ? i programmi capaci pare “di tenere d’occhio” il traffico dati prodotto da un qualsiasi dipendente su una rete aziendale ? alle applicazioni che rendono possibile la violazione della corrispondenza elettronica, il diritto oggi appare spesso alle corde, colpito nel suo principale elemento giustificativo, la certezza, e la legge applicata frequentemente per analogia.
Da Ogburn a Smelser, fino a Truman , evidentemente, molte cose sono cambiate, ma in gioco – ancora una volta – ci sono le libertà individuali, la privacy , la libera determinazione di ogni essere umano. Non importa se semplice cittadino o membro di governo nazionale o di grande corporation, lavoratore o datore di lavoro, agente segreto o casalinga, visto che ognuno di noi può essere un controllore ma, più semplicemente, anche “un controllato”.