Contenuti da valorizzare a suon di centesimi tintinnanti: al trend lanciato da Rupert Murdoch e che in parte vorrebbe adottare anche il New York Times si aggiunge Reuters , una fra più note agenzie di stampa del globo. Il responsabile marketing Devin Wenig ha confermato che a breve il sito ufficiale offrirà una parte delle sue news dietro sottoscrizione .
Dai 30 milioni di utenti che mensilmente finiscono sulle pagine Web targate Reuters si potrebbero ricavare, secondo fonti dell’agenzia, almeno 8 miliardi di dollari di proventi se venisse adottato un modello di business simile a quello invocato ormai dalla maggior parte dei gruppi editoriali, ora che la sovrapposizione fra cartaceo e Web si sta facendo sempre più evidente.
Una delle prime agenzie di stampa a sollevare la questione dei contenuti rimbalzati da vari aggregatori di news online era stata Associated Press , minacciando Google di ritorsioni qualora non si fosse trovato un accordo per la compensazione delle notizie riportate da Google News. Ora pare che, attraverso il proprio account Twitter, AP oltre all’occhiello delle notizie stia cinguettando link che invece di fare riferimento al proprio portale rimandano ad una pagina Facebook dalla quale si può leggere tutto il testo della news, senza banner e senza clic: proprio la situazione originariamente contestata a BigG.
Sul fronte quotidiani il New York Times potrebbe invece rivedere ancora una volta la propria strategia commerciale chiedendo un corrispettivo non solo per la versione mobile ma anche per l’accesso al sito principale e ai vari blog ivi ospitati. Arthur Sulzberger, ultimo discendente della dinastia di editori del NYT , ha giustificato così l’impostazione di questo cambio di rotta: “Siamo convinti che la direzione intrapresa ci permetterà di produrre contenuti di qualità”.
Giorgio Pontico