I sostenitori del regime siriano di Assad, alle prese con la rivolta che infiamma il paese, stanno prendendo di mira i social media per cercare di cavalcare le acque travagliate in cui si trovano: il primo obiettivo sembra essere l’agenzia di stampa internazionale Reuters.
Venerdì si è scatenata la prima offensiva: Reuters ha annunciato che la sua piattaforma di blogging era stata bucata e almeno due storie a favore di Assad pubblicate. Domenica, poi, un secondo attacco: durante la notte è stato il turno dell’account Twitter @ReustersTech di cui gli attivisti hanno preso il controllo per inviare 22 messaggi propagandistici e diffondere false notizie .
Nel frangente in cui è stato in loro possesso l’account è stato rinominato @ReutersME e sembra aver mandato messaggi come “Amici di tutto il mondo: Obama ha dato l’ordine di rilasciare documenti segreti secondo cui gli Stati Uniti non hanno mai smesso di finanziare Al Qaeda dagli anni 80” e “Fonti dell’FSA ( Free Syria Army, i ribelli ndr) confermano ingenti perdite tra le loro file conseguenti alla superiorità assoluta delle forze dell’esercito Siriano”.
Sul blog, invece, è apparsa una finta intervista al leader dell’FSA, nella quale annunciava la ritirata dalla città di Aleppo, un fronte di scontro che rimane ancora caldo.
Reuters, che per interrompere la diffusione di false notizie ha mandato offline le sue pagine, ha per il momento riferito di non avere certezze sull’origine dell’attacco, ma data la natura dei messaggi il legame con gli eventi siriani sembra evidente.
Claudio Tamburrino