REvil leak: i riparatori indipendenti ringraziano

REvil leak: i riparatori indipendenti ringraziano

Gli schemi tecnici dei MacBook rubati dal gruppo REvil sono utilizzati per eseguire interventi di riparazione presso centri non autorizzati da Apple.
REvil leak: i riparatori indipendenti ringraziano
Gli schemi tecnici dei MacBook rubati dal gruppo REvil sono utilizzati per eseguire interventi di riparazione presso centri non autorizzati da Apple.

A fine aprile erano stati pubblicati sul dark web alcuni schemi tecnici di prodotti Apple sottratti a Quanta Computer. Il gruppo REvil aveva chiesto un riscatto di 50 milioni di dollari, ma pochi giorno dopi tutti i documenti sono stati eliminati. Il leak ha consentito però ai riparatori indipendenti di capire meglio come sono assemblate le singole parti dei MacBook.

Leak utile per riparare i MacBook

Gli schemi tecnici in PDF erano riferiti a diversi prodotti, tra cui il MacBook Air (2020), gli iMac (2021) e soprattutto il prossimo MacBook Pro con una maggiore dotazione di porte. Non c’erano dettagli sul design, quindi nessun concorrente avrebbe potuto realizzare un prodotto simile. Tuttavia i documenti rappresentano una “miniera d’oro” per i riparatori indipendenti.

Gli utenti più esperti possono effettuare riparazioni piuttosto semplici, come la sostituzione della batteria, sfruttando tool e guide di iFixit o altri siti specializzati, ma la riparazione della scheda madre è praticamente impossibile senza attrezzature professionali. L’unica soluzione è recarsi presso un centro di assistenza autorizzato da Apple, pagando cifre abbastanza elevate.

Grazie ai documenti rubati da REvil (pubblicati su vari forum), gli utenti possono ora rivolgersi a riparatori indipendenti, risparmiando parecchi soldi. Apple non ha nessun obbligo di fornire schemi tecnici o manuali di riparazione, ma molte aziende del settore chiedono da anni il “diritto alla riparazione“.

In Europa è in vigore da marzo una legge che prevede diversi obblighi per i produttori. Lo scopo è limitare la cosiddetta obsolescenza programmata e ridurre la spazzatura elettronica. Purtroppo le nuove norme non si applicano a smartphone, tablet e computer.

Fonte: VICE
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Pubblicato il
11 mag 2021
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