I chippetti a radiofrequenza non dovranno insinuarsi nella vita del cittadino, non dovranno farsi veicolo di informazioni che l’individuo non sa di disseminare: l’Unione Europea ha emesso una raccomandazione in materia, ai cittadini dovrà essere assicurata la possibilità di controllare i dati che le etichette intelligenti recano con sé.
La raccomandazione è esito di una consultazione pubblica indetta nel 2006: sondato l’umore della società civile, l’Europa aveva constatato come i cittadini fossero inquietati dall’eventualità di essere tracciati con la mediazione etichette appiccicate su documenti e bagagli , su carte di credito e su prodotti di uso quotidiano . Stato e mercato, datori di lavoro e curiosi potrebbero abusare della prontezza con cui i tag rispondono alle sollecitazioni dei reader, potrebbero tracciare spostamenti, potrebbero assemblare dati e ricostruire abitudini di consumo.
Per questo motivo le autorità europee avevano elaborato una proposta , una bozza che ora ha assunto la forma di una raccomandazione diramata a coloro che nei paesi membri operano con i tag. I produttori, le aziende e le istituzioni che fanno uso di sistemi di identificazione a radiofrequenza dovranno rispettare il diritto alla privacy dell’individuo, così come sancito dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea: per farlo dovranno mettere in campo una serie di accorgimenti con cui consegnare al cittadino il controllo dei propri dati . “I consumatori europei – ha ricordato il Commissario per la Società dell’informazione e dei media Viviane Reding – devono avere la certezza che, anche se vengono utilizzati i loro dati personali, la loro privacy non potrà essere violata anche in un contesto tecnologico in costante trasformazione”.
È così che L’Unione Europea ha stabilito innanzitutto che le implementazioni RFID dovranno avvenire assicurando al cittadino la massima trasparenza . Ciascuno dovrà essere informato della presenza di un tag negli oggetti con cui verrà in contatto. A questo scopo verrà approntata un’etichetta che segnali la presenza di un’etichetta, un bollino comune a tutti i paesi membri che consenta al cittadino di individuare i prodotti taggati e di potersi comportare di conseguenza. Tag che ricordano la scadenza dei prodotti, tag apposti alle confezioni per garantire lo snellimento delle procedure logistiche, tag antitaccheggio: il cittadino deve poter uscire da un esercizio commerciale recando con sé un prodotto la cui etichetta è stata disattivata , in modo che il tag non possa disseminare informazioni che potrebbero essere associate ai comportamenti dell’individuo. Sarà onere del commerciante disinnescare i tag, una procedura automatica, a meno che il consumatore non si esprima per l’opt in.
In materia di tag apposti a documenti e tessere di riconoscimento adottati da autorità pubbliche e da privati, l’Europa ha stabilito che il cittadino debba essere pienamente consapevole dei dati che cede perché vengano immagazzinati nel chippetto. È diritto di ciascuno essere informato con chiarezza riguardo allo scopo con cui verranno utilizzate queste informazioni, è diritto di ciascuno sapere quando queste informazioni verranno utilizzate: per questo i lettori di tag dovranno essere resi visibili e evidenti . Coloro che sciamano su e giù dai mezzi pubblici devono conoscere la localizzazione del dispositivo che verifica il loro abbonamento, i dipendenti che entrano ed escono dal posto di lavoro devono poter sapere quando il proprio cartellino viene timbrato .
Saranno ulteriori indagini, poi, a tracciare gli standard tecnologici e ad affinare queste raccomandazioni. L’Unione Europea ha mobilitato il Gruppo di lavoro Articolo 29, la commissione che affianca l’Unione Europea nelle questioni che attengono alla privacy e ai dati personali dei cittadini, affinché stabilisca quali impatti possa avere l’introduzione massiccia delle etichette a radiofrequenza sulla vita e sulla riservatezza del cittadino, mentre gli stati membri sono stati invitati a stimolare presso gli attori dell’industria l’adozione di soluzioni tecnologiche compatibili con il rispetto della privacy. Dalla consapevolezza e dalla fiducia risposta dal cittadino in questa tecnologia dipende il successo del mercato, ha spiegato la Commissione: se gli europei non si fideranno degli RFID il mercato globale dei sistemi di identificazione a radiofrequenza non potrà raggiungere entro il 2018 il valore previsto di 20 miliardi di euro.
Gaia Bottà