RFID sì, ma inclonabili

RFID sì, ma inclonabili

Verayo, startup della Silicon Valley, annuncia i chip RFID anticontraffazione. Unici per natura, sono basati su un progetto del Massachussetts Institute of Technology
Verayo, startup della Silicon Valley, annuncia i chip RFID anticontraffazione. Unici per natura, sono basati su un progetto del Massachussetts Institute of Technology

RFID per tutti, dice la startup Verayo , direttamente dalla Silicon Valley. Ma non com’è stato finora : si tratta di chip RFID inclonabili , sicuri.

Il trucco alloggia in un PUF, che sta per Physically Unclonable Functions , Funzioni Fisicamente Inclonabili. Il corrispondente algoritmo è stato sviluppato dal Massachussetts Institute of Technology e promette di impedire finanche allo stesso costruttore di violarne l’unicità.

Gizmodo si spiccia a definirlo DNA elettronico. Si tratta, infatti, di piccoli circuiti – spiega l’azienda – che sfruttano la stessa fase di fabbricazione per generare un numero illimitato di imprevedibili ed affidabili chiavi uniche per ogni chip. Essendo impossibile duplicare le variazioni nel processo di fabbricazione, anche per lo stesso fabbricante è impossibile far generare il medesimo responso in altri chip, sottolinea VNUNet .

Niente più rischio di clonazioni, dunque. E ne beneficeranno molte circostanze di impiego, non ultima quella di Tikitag , una startup che lancia il suo sistema di Internet Tagging : basterà disporre del relativo kit e si potrà taggare di tutto, Internet compresa, associando magari una pagina Web ben definita ad un determinato oggetto.

Il background tecnico di Verayo è inevitabilmente serio : “la contraffazione è oggi un fatto importante – dice Anant Agrawal, CEO di Verayo – Varca confini geografici e industriali, si presenta sia online che offline e Verayo, con i propri chip RFID, offre un modo semplice ed efficace per porre fine al problema”.

Marco Valerio Principato

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Pubblicato il
10 set 2008
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