Quasi 400mila posti di lavoro svaniti nel nulla, così come i 16 miliardi di dollari persi ogni anno dall’industria statunitense legata all’entertainment : gli alti rappresentanti della Recording Industry Association of America (RIAA) e della Motion Picture Association of America (MPAA) hanno dunque snocciolato le solite impressionanti cifre da rosario del copyright.
I grandi signori del diritto d’autore sono così passati per l’ennesima volta all’azione, siglando a Washington D.C. un accordo che accenderà certamente il fuoco delle polemiche. Perché i famosi tre colpi – three strikes – della famigerata dottrina Sarkozy stanno per essere rimpiazzati nel loro doppio: l’industria dei contenuti è dunque pronta per i sei allarmi del copyright .
Sei Copyright Alerts , avvertimenti graduali inviati dai principali provider a stelle e strisce – e tra i firmatari dell’accordo ci sono Verizon, AT&T, Comcast, Time Warner Cable – a tutti quegli abbonati colti con i bit nel succulento (e illecito) sacco del P2P. Ma non sembrano esserci misure estreme negli intenti dell’accordo firmato tra RIAA e MPAA e i vari fornitori uniti d’America.
In sostanza , all’utente verrà inviato un primo avviso – appunto copyright alert – sull’avvenuto scaricamento di materiale protetto dal diritto d’autore. Informandolo della possibilità che anche un soggetto terzo potrebbe aver avviato i download illeciti, magari sfruttando una connessione non protetta. Qualora i download dovessero persistere, verrebbero inviati altri avvisi a scopo “educativo” .
Proteggere la propria connessione WiFi; informare della presenza di numerose alternative d’acquisto legale; ovviamente indicare le possibili conseguenze di un atteggiamento indifferente e spavaldo. Al quinto alert , la situazione potrebbe però precipitare: i vari ISP potrebbero decidere di rallentare la velocità di connessione, di applicare dei blocchi ai vari siti, addirittura disattivare il numero telefonico di un abbonato .
Praticamente , nessuno verrebbe disconnesso dalla Rete – così come previsto dalla dottrina Sarkozy – ma agli abbonati recidivi non verrebbe offerta una vita virtuale tanto facile. Tutti gli ISP che sceglieranno un atteggiamento morbido al quinto/sesto alert – perché c’è anche questa possibilità – potrebbero infatti perdere le garanzie previste dal porto sicuro per intermediari del Digital Millennium Copyright Act (DMCA) .
Forti critiche da parte di varie organizzazioni per la difesa dei diritti civili dei netizen, tra cui Electronic Frontier Foundation (EFF) e Public Knowledge . I vari provider si trasformerebbero in veri e propri poliziotti della Rete, ovviamente assoldati dai signori del copyright. Nessun abbonato dovrebbe venire penalizzato in alcun modo – denunciano le associazioni – a meno di ordini imposti dalle autorità giudiziarie.
Mauro Vecchio