Le strategie sono ormai messe a punto, in attesa di affondo di massa che calerà su tutti quei siti che traggono profitto dal file sharing, legale o illegale che sia. Gli alti rappresentanti dell’industria culturale statunitense avrebbero strappato ad aziende del calibro di Visa e Mastercard un accordo per il blocco definitivo di tutte quelle transazioni destinate a servizi online macchiatisi di violazione del copyright .
Piattaforme come Megaupload, grande armadietto web dove è attualmente possibile conservare file troppo pesanti per essere scambiati con un semplice messaggio di posta elettronica. Un servizio legale poco apprezzato dalla Recording Industry Association of America (RIAA) e dalla Motion Picture Association of America (MPAA), in primis per un’assidua presenza di contenuti illeciti.
Grandi società specializzate nel trasferimento di denaro dovranno perciò stroncare l’intero business di servizi come Megaupload, mettendo fuori uso i circuiti per il pagamento di sottoscrizioni e inserzioni pubblicitarie . Una manovra potenzialmente letale per le sorti finanziarie della piattaforma, come sottolineato dagli stessi vertici di Megaupload che potrebbero così essere costretti a trovare nuovi canali di trasferimento.
C’è un però. Megaupload rimane – come ad esempio YouTube – un servizio perfettamente lecito, che offre ai vari detentori dei diritti la possibilità di richiedere la rimozione di un contenuto secondo i dettami del Digital Millennium Copyright Act (DMCA). L’accordo tra RIAA, MPAA e Mastercard fornirebbe un ulteriore prova dell’atteggiamento assunto dall’industria del copyright statunitense.
Il riferimento è ovviamente al famigerato disegno di legge noto come Combating Online Infringement and Counterfeits Act (COICA), che porterebbe ad un vero e proprio embargo di tutti quei siti in violazione del diritto d’autore. Sono già svariati i casi di servizi chiusi dalle autorità federali senza il minimo preavviso ai rispettivi gestori, senza alcuna richiesta in base ai tradizionali dettami del DMCA .
Non solo. Come sottolineato dagli stessi vertici di Megaupload, soggetti privati come Mastercard potrebbero trasformarsi da meri canali di pagamento a veri e propri poliziotti del web . Impossibile lasciare da parte l’ultima vicenda che ha coinvolto il sito delle soffiate Wikileaks, bloccato da Visa e Mastercard perché ritenuto illecito dalle autorità a stelle e strisce.
“Megaupload conta su più di 100 milioni di utenti registrati – si può leggere in un comunicato ufficiale del servizio con base ad Hong Kong – e su 45 milioni di visitatori unici al giorno. Gli impiegati del 70 per cento delle 500 più grandi aziende secondo Fortune hanno registrato un account. Ospitiamo un miliardo di file del tutto legali. Documenti, copie di backup, fotografie, tutto. Se Mastercard è contro Megaupload allora sarà un loro problema, non nostro”.
Mauro Vecchio