Riapre il sito ribelle. Terrorismo?

Riapre il sito ribelle. Terrorismo?

Solleva una quantità di polemiche il rilancio su server finlandesi di un sito che secondo Mosca istiga al terrorismo. Sulle sue pagine si invita a sostenere l'indipendenza della Cecenia
Solleva una quantità di polemiche il rilancio su server finlandesi di un sito che secondo Mosca istiga al terrorismo. Sulle sue pagine si invita a sostenere l'indipendenza della Cecenia


Helsinki – Il sito più controverso del web finlandese, Kavkaz Center , riapre i battenti. L’imprenditore finlandese Mikael Strosjo ha deciso di rilanciare l’unico quotidiano indipendente dedicato all’instabile situazione nel Caucaso. Il sito è disponibile in russo, turco ed inglese. Secondo quanto si legge sulle sue pagine, il portale, nuovamente ospitato da server finlandesi, vuole essere il “punto d’incontro telematico” per chiunque caldeggi l’indipendenza della Cecenia.

La riapertura del sito è una grande vittoria per la libertà d’espressione su Internet. Una vittoria sicuramente scomoda per la diplomazia russa: Mosca ha ripetuto molte volte che il sito in questione “è il megafono dei ribelli e dei terroristi ceceni”. Nel settembre del 2004 aveva pubblicato gli appelli di Shamil Basayev, “signore della guerra” ritenuto responsabile della strage di Beslan, in Ossezia. Una sanguinosa mattanza che causò oltre 320 vittime tra i civili.

Dopo l’accaduto, Storsjo decise di sospendere le pubblicazioni. Le pagine di Kavkaz vennero così trasferite su computer in Lituania e Svezia. Adesso che la situazione sembra più calma, gli uffici di Helsinki hanno riaperto le porte. Tuttavia sono immediatamente riaffiorati i problemi di sempre.

Accusati di sostenere le rivolte armate in Cecenia, i nuovi servizi del sito hanno scatenato numerose polemiche nell’opinione pubblica finlandese. Infatti Storsjo ha recentemente utilizzato le pagine del giornale per avviare una controversa raccolta fondi tuttora avvolta dal mistero: i destinatari di questa campagna di solidarietà sarebbero ipotetici collaboratori in situ .

La polizia di Helsinki si è subito interessata al caso, sollevando numerosi dubbi sulla bontà dell’iniziativa: i soldi raccolti da Kavkaz potrebbero effettivamente finire nelle tasche dei terroristi . Secondo Hannuu Moilanen, del dipartimento per la sicurezza interna finlandese, “è ancora troppo presto per tirare conclusioni affrettate. La raccolta fondi in questione, finora, è protetta dalle norme che garantiscono la libertà d’espressione”. Strumentalizzando così il supporto alla libertà di stampa, Storsjo potrebbe aver trovato un pericoloso metodo per finanziare il terrorismo internazionale in apparente tranquillità.

In una intervista ad un’agenzia giornalistica finlandese, lo scaltro direttore ha ribadito che in Cecenia “c’è una guerra di informazione che percorre gli stessi binari della guerra armata. I Russi intendono monopolizzare tutte le comunicazioni provenienti da quella regione”. Interrogato sulle finalità della raccolta fondi, non ha fornito alcuna delucidazione, limitandosi ad auspicare che “vi sia la totale collaborazione delle autorità finlandesi, affinchè tutto risulti trasparente e non venga commessa alcuna illegalità”.

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il
16 mag 2005
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