No, i sostenitori del software libero non intendono stare a guardare mentre il Governo italiano firma protocolli di intesa con Microsoft per la ricerca anche a livello regionale : dopo aver lanciato una contro-proposta open source , l’ Associazione per il Software Libero ha ora inviato una missiva a centinaia di esponenti degli enti centrali e locali per “dimostrare – spiega – come il Governo Italiano continui ad erogare soldi pubblici a favore di aziende in posizione dominante nel mercato del software. Nel centro di ricerca Microsoft di Trento, per esempio, per ogni euro speso dalla multinazionale statunitense, le istituzioni e le università ne spendono più di sette”.
In un lungo documento dal titolo Spunti di riflessione sulle politiche d’innovazione nel settore ICT viene infatti messo sotto esame proprio il caso del Centro di ricerca di Trento , Microsoft Research – University of Trento Centre for Computational and Systems Biology .
Si entra nel dettaglio della costituzione e della finalità del Centro e dei suoi bilanci, da cui emergerebbe una partecipazione di risorse pubbliche massiccia. “Il primo Centro di Ricerca Microsoft costituito il Italia – sostiene l’Associazione – a fronte di un investimento di Euro 250.000,00 in ricerca sui propri prodotti da parte di Microsoft, ha comportato un esborso da parte della Pubblica Amministrazione di complessivi Euro 1.804.000,00, esborso che andrà a vantaggio di un’azienda (Microsoft)”.
La ricerca effettuata con risorse pubbliche – si legge ancora nel documento – “dovrebbe servire agli interessi di tutta o di gran parte della collettività. Appare, dunque, discutibile sia dal punto di vista giuridico che politico, destinare risorse pubbliche a finanziare la ricerca di una singola organizzazione, che occupa una posizione dominante in diversi segmenti del mercato ICT, contribuisce in maniera esigua all’erario pubblico e localizza fuori dal territorio italiano i propri valori immateriali, incidendo negativamente sulla nostra bilancia commerciale”.
Secondo l’Associazione, questo genere di interventi di approfondimento sul reale impegno pubblico in strutture di ricerca come quella di Trento nascono “dalla preoccupazione di veder emergere, nell’ambito della Pubblica Amministrazione, sia a livello nazionale che locale, posizioni politiche a favore di accordi a vantaggio del principale produttore di software proprietario”.
Nella lettera inviata agli amministratori, l’Associazione parla di “posizioni dettate da una visione ideologica, che non trovano riscontro nei reali interessi del nostro paese sia a livello economico che politico, e che non rispettano il principio di una ricerca pubblica basata sulla condivisione del sapere”. Solo una licenza libera, sottolinea l’Associazione, può rispondere alle necessità di aumentare le conoscenze scientifiche attraverso modalità democratiche che producano benefici per tutti.
Intanto proprio oggi i Verdi presenteranno una proposta di legge regionale per l’adozione di formati aperti e software libero nei sistemi informatici della Regione Lombardia. A detta dei sostenitori della proposta, ossia il Tavolo Regionale Politica del software nella Pubblica amministrazione promosso dal consigliere dei Verdi Marcello Saponaro, l’impiego dei formati aperti e del software libero nella gestione dei dati porta innovazione, efficienza, competitività, trasparenza e risparmio alle pubbliche amministrazioni.
Alle 11,30 alla Sala C del Consiglio Regionale della Lombardia (via Filzi 29, Milano), i promotori presenteranno i 13 articoli del progetto di legge. “Sulla scorta delle esperienze positive di altre regioni italiane che si
sono aperte ai formati liberi – si legge in una nota – numerosi consiglieri della Lombardia hanno presentato il pdl Contributo alla competitività e all’innovazione della Pubblica Amministrazione lombarda attraverso l’utilizzo di formati aperti e FLOSS per la gestione dei dati elettronici “.
sul tema vedi anche:
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Open source nella PA, disegno di legge in Puglia