Sappiamo da qualche giorno che la ricetta elettronica (o ricetta dematerializzata) rimarrà almeno fino alla fine dell’anno. Lo ha deciso il Ministero della Salute, con un’ordinanza firmata alla scadenza dello stato di emergenza. Si tratta della possibilità, da parte dei cittadini, di ottenere dal proprio medico curante il codice NRE (Numero Ricetta Elettronica) relativo alle prescrizioni, attraverso strumenti come SMS, messaggio WhatsApp (o altra applicazione), via email oppure attraverso una telefonata.
In altre parole, all’emissione di una ricetta, il codice può e dev’essere comunicato al paziente che ne fa richiesta anche senza la consegna a mano del promemoria cartaceo. Il destinatario lo potrà poi mostrare in farmacia o dove necessario, insieme al codice fiscale. Un’opportunità introdotta all’inizio della pandemia, con l’obiettivo di evitare code e lunghe attese fuori da studi e ambulatori, limitando di conseguenza l’esposizione al virus. Per molti è diventata una comoda abitudine, anche se c’è chi storce il naso. Indubbiamente, per i medici comporta un carico di lavoro aggiuntivo che finisce inevitabilmente col sottrarre tempo alla loro attività.
Cos’è e come funziona la ricetta elettronica (dematerializzata)
Se comunicare un NRE all’assistito può sembrare cosa di poco conto, ben diverso è dover ripetere l’operazione decine o centinaia di volte ogni giorno. La procedura va per forza di cose automatizzata. Gli strumenti per farlo non mancano: un passo in avanti su questo fronte è già stato compiuto grazie al Fascicolo Sanitario Elettronico, ma non tutti ancora ne fanno uso e il funzionamento cambia da una regione all’altra, disponendo ognuna di una piattaforma differente. Insomma, si ha a che fare con una sorta di frammentazione.
La ricetta elettronica offre vantaggi e svantaggi. Se fin qui ci siamo concentrati su questi ultimi, non si può negare che per i cittadini rappresenti una comodità. Per le prescrizioni ricorrenti, quelle che non richiedono una visita o un controllo di persona (ad esempio il rinnovo dei farmaci per le malattie croniche) non c’è bisogno di recarsi fisicamente allo studio e attendere il proprio turno. In breve, è questo il funzionamento.
- Quando il medico emette una prescrizione, genera il codice NRE relativo alla ricetta elettronica;
- invece di consegnarne il promemoria cartaceo al paziente, può comunicare il codice attraverso SMS, messaggio via app, email o telefono;
- il paziente potrà presentarsi in farmacia (o in ambulatorio) mostrando il codice ricevuto e quello fiscale per ritirare il farmaco (o sottoporti alla prestazione).
Il codice NRE attraverso il Fascicolo Sanitario Elettronico
Vale sia per le prescrizioni farmaceutiche (medicinali, terapie ecc.) sia per le prescrizioni specialistiche (visite, controlli, esami e così via). In alcune regioni, gli iscritti al Fascicolo Sanitario Elettronico ricevono un’email con il codice QR nel momento dell’emissione. Qui sotto due esempi per chi vive in Lombardia.
Il primo è relativo a un farmaco, il secondo a una visita.
Questa dinamica potrà essere estesa a tutto il territorio nazionale, concedendo magari ai cittadini la possibilità di optare per l’invio via SMS (o perché no, via WhatsApp) se lo preferiscono. Dopotutto, si tratta di un semplice codice alfanumerico.
La Federazione Italiana dei Medici di Famiglia, che ha chiesto a gran voce di non mandare in pensione la ricetta elettronica, ha lanciato un appello per la sburocratizzazione delle procedure. Ci sarà tempo per considerarlo, per valutare come farlo. Ciò che sappiamo ora è che la ricetta dematerializzata rimarrà almeno fino a fine anno. È stato scongiurato il rischio di un ritorno al passato. E questa è già una buona notizia, per un paese che punta sulla digitalizzazione.
Ricetta elettronica e ricetta dematerializzata: qual è la differenza?
Sebbene si sia soliti equiparare per comodità i termini ricetta elettronica e ricetta dematerializzata, una differenza sostanziale c’è. La prima è quella che, a partire dal 2016, ha sostituito la vecchia tradizionale ricetta rossa: viene creata attraverso un computer dal medico al momento della prescrizione ed è accompagnata dall’emissione di un promemoria cartaceo (quello bianco consegnato in studio). La seconda, dematerializzata, consiste invece nell’invio tramite messaggio, email o telefono del codice NRE relativo alla prescrizione, senza il passaggio di alcun supporto fisico.