Ricorsi telefonici, inaffidabili i Co.Re.Com.?

Ricorsi telefonici, inaffidabili i Co.Re.Com.?

Un'indagine ADUC riferisce che solo 3 Co.Re.Com. su 15 fissano l'udienza in tempi conformi alla norma. L'Associazione consiglia di rivolgersi al giudice di pace
Un'indagine ADUC riferisce che solo 3 Co.Re.Com. su 15 fissano l'udienza in tempi conformi alla norma. L'Associazione consiglia di rivolgersi al giudice di pace

Firenze – Si prospettano tempi biblici per la risoluzione dei problemi di telefonia che gli utenti espongono ai Co.Re.Com. . Almeno secondo ADUC che, in seguito ad un’indagine condotta sui contenziosi in corso, avverte sui lunghi tempi d’attesa che si prospettano per la conclusione delle procedure.

“Chi ha un problema con un gestore telefonico – spiega l’associazione in un comunicato – deve obbligatoriamente tentare una conciliazione davanti al Corecom (Comitato Regionale per i Servizi Radiotelevisivi). La legge 31 luglio 1997, n. 249 prevede che non si possa fare causa alla compagnia telefonica, se prima non si prova una conciliazione. Il tentativo deve aver luogo entro 30 giorni dalla richiesta”.

Tempi ragionevoli, per gli utenti, se venissero rispettati. “Ma non è così!” osserva l’ADUC, che spiega nei dettagli quanto rilevato: “Abbiamo contattato, nei primi giorni di aprile, tutti i Corecom esistenti” (o attivi: per ora, non svolgono questo servizio in Campania, Molise, Sardegna, Sicilia e provincia di Bolzano, mentre alla provincia di Trento il servizio di conciliazione non è ancora partito, ndr).

Le tempistiche rilevate sono poco confortanti: “In Umbria e Piemonte rimandano a settembre. In Veneto, Lazio, Liguria e Lombardia a stento si riesce ad ottenere una data poco prima dell’estate. In altre regioni entro 2/3 mesi (Basilicata, Calabria, Toscana, Emilia-Romagna, Marche)”. Solo tre le regioni “virtuose”, ossia rispettose dei tempi previsti dalla legge: “Solo in Abruzzo, Valle D’Aosta e Friuli Venezia Giulia si rispettano i 30 giorni – evidenzia Aduc – La Puglia finora è riuscita a rispettare i 30 giorni, ma con Telecom i tempi si stanno dilatando (fino a tre mesi)”.

“È l’ennesima conferma che in Italia – commenta amaramente l’associazione – si fanno le leggi per non essere rispettate. Si impone un obbligo ma poi non si rispettano i tempi. Anche la lontananza della sede Corecom (nel capoluogo di regione) è un ostacolo, soprattutto se la contestazione riguarda poche decine di euro. Un utente di Pitigliano (in provincia di Grosseto) per arrivare a Firenze deve percorrere 220 chilometri. Un residente di Rocca Imperiale in provincia di Cosenza, dovrà percorrerne oltre 300 per arrivare al Corecom di Reggio Calabria”.

Con questi presupposti, l’istituzione dei Co.Re.Com – secondo l’associazione – non rappresenta uno strumento di tutela dei diritti degli utenti, ma un ostacolo alla giustizia. “Se, per esempio – ipotizza – ci si potesse rivolgere direttamente al giudice di pace, che è ovunque, l’accesso alla giustizia sarebbe più semplice e realmente sarebbe favorito l’utente”. L’associazione, pertanto, suggerisce agli utenti che presentano istanza di conciliazione, qualora l’udienza non si tenga entro i 30 giorni previsti, di rivolgersi direttamente al giudice di pace.

D.B.

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Pubblicato il
12 apr 2007
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