Tre pazienti austriaci sono i primi destinatari di un processo di cosiddetta “ricostruzione bionica”, un sistema che ha permesso loro di recuperare la funzionalità degli arti dopo l’irrimediabile danneggiamento dei nervi del plesso brachiale .
I pazienti sono stati sottoposti a mesi di allenamento con protesi meno avanzate, così da abituare il cervello a controllare in maniera diretta le mani bioniche installate alla fine del processo. Il risultato, vale a dire il riacquisto di una capacità funzionale degli arti bionici nelle attività di tutti i giorni, parla da solo.
Le possibilità offerte dalla ricostruzione bionica, nonché dagli avanzamenti tecnologici connessi alla possibilità di controllare in maniera diretta gli arti artificiali, permetterà secondo i ricercatori di ottenere risultati “impensabili” solo pochi anni fa.
Un’altra soluzione biotecnologica in odore di transumanesimo che si fa sempre più strada è l’ occhio bionico Argus II , protesi sviluppata da Second Sight capace di ridare parzialmente la vista ai pazienti affetti dalla grave malattia degenerativa al sistema oculare nota come retinite pigmentosa: Allen Zderad è il quindicesimo paziente americano che ha potuto riconoscere i propri cari grazie ad Argus II, dopo anni passati in uno stato di completa cecità.
Alfonso Maruccia