I rider sono dipendenti a tutti gli effetti e le piattaforme che li impiegano, principalmente per le consegne, li devono trattare come tali. La decisione è stata presa in Spagna e anche nel caso non dovesse costituire un precedente di certo contribuirà a riportare in auge la discussione. Ne prendano atto le realtà della cosiddetta gig economy, in particolare quelle che operano nell’ambito del food delivery.
I rider sono dipendenti: la decisione in Spagna
Il pronunciamento dell’Alta Corte fa riferimento in modo specifico a Glovo poiché l’azienda ha sede a Barcellona, ma anche le altre realtà del settore che operano nel territorio iberico saranno chiamate a rispettarlo: da Uber Eats a Just Eat fino a Deliveroo solo per fare un paio di esempi. Ecco un estratto di quanto si legge nel documento.
Glovo stabilisce le condizioni per le provvigioni dei suoi servizi e possiede gli asset essenziali per la loro erogazione. Si avvale anche di chi si occupa delle consegne ricoprendo il ruolo all’interno dell’organizzazione.
Si adeguino dunque i contratti, riconoscendo diritti (e doveri) a coloro senza i quali il modello di business delle piattaforme collasserebbe, così come la possibilità di ricorrere a malattia e ferie come qualsiasi altro dipendente assunto.
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La replica di Glovo non si è fatta attendere: la decisione viene rispettata, ma si attende che l’Europa intervenga sul tema stabilendo regole condivise a livello continentale. Accadrà, anche se forse non subito, così come accadrà con lo smart working che in seguito a un’adozione su larga scala imposta dall’emergenza rimarrà per molti la principale modalità operativa.