Difensore in aula dei gestori di Rapidgator, l’avvocato Fulvio Sarzana riporta alla redazione di Punto Informatico alcuni chiarimenti sull’esito del ricorso presentato al Tribunale del Riesame di Roma dalla stessa piattaforma di file hosting. Come rivelato in anteprima dallo stesso Sarzana, il giudice capitolino ha disposto il ripristino dell’accesso al sito rapidgator.net, ai fini di archivazione per conto terzi (eventualmente anche a pagamento) .
“Si tratta di un’ordinanza altamente innovativa – spiega Sarzana – Il giudice ha riconosciuto le attività di cyberlocker e piattaforme di file hosting come perfettamente lecite. In sede di riesame è stato stabilito che i legittimi detentori dei diritti debbano dimostrare di aver provato ad ottenere la rimozione dei contenuti ritenuti illeciti, prima di procedere con un provvedimento di sequestro attraverso i vari provider”.
In sostanza, il giudice romano avrebbe riconosciuto l’applicabilità di un sistema molto simile a quello implementato negli Stati Uniti con il Digital Millennium Copyright Act (DMCA), con la possibilità offerta ai legittimi detentori dei diritti di richiedere la specifica rimozione dei file che violino il copyright (cosiddette takedown notice) .
“Il Tribunale ha riconosciuto che la presenza di un sistema di tipo notice-and-takedown (secondo il modello previsto dal DMCA statunitense) deve portare il titolare alla segnalazione di un file illecito – ha continuato Sarzana – In assenza di prove sull’effettiva segnalazione del contenuto, l’ordine di sequestro di un intero sito non può permanere”.
Nel caso dei responsabili di Sunshine Pictures , distributore italiano del film d’animazione francese Un Monstre à Paris ( Un Mostro a Parigi ), nessuna segnalazione era stata inoltrata ai gestori di Rapidgator per la rimozione del file illecito. Come spiegato dall’avvocato Sarzana, il giudice del riesame ha riconosciuto la presenza di strumenti offerti dal cyberlocker per l’eliminazione dei contenuti, con un indirizzo di posta elettronica per segnalare gli abusi e la vigilanza dello US copyright office.
“Su nostro sollecito, la corte ha fatto applicazione dei principi di sequestro espressi nella sentenza della Cassazione di alcuni mesi fa nel caso ILVA – ha continuato Sarzana – e si tratta di una prima volta nel settore del web in Italia. Per poter procedere al sequestro bisogna dunque adottare quei principi di gradualità, ragionevolezza e proporzionalità della misura stessa, adottandola solo in mancanza di altre misure volte ad assicurare la tutela dell’avente diritto. In pratica, il sequestro attraverso i provider, che pure la corte ammette, deve essere l’ extrema ratio e non lo strumento unico da adottare quando un sito risieda all’estero”.
Diramato agli inizi di maggio, l’ordine di ripristino degli accessi al sito rapidgator.net non sembra risultare ancora effettivo, dal momento che lo stesso dominio del cyberlocker è attualmente inaccessibile dall’Italia.
“Siamo in attesa dell’esecuzione della misura che, a distanza di quasi un mese, non sembra ancora essere stata adottata – ha spiegato Sarzana – Eppure basterebbe comunicare ai provider il dispositivo dell’ordinanza. Spero non vi siano dubbi sulla eseguibilità tecnica dell’ordinanza di annullamento del riesame, che appare molto agevole, sia attraverso i provider, sia attraverso la stessa società che gestisce il portale, che, sia detto per inciso, pur non essendo indagata, ha offerto tutta la propria disponibilità a venire incontro alle esigenze dei titolari dei diritti e delle forze dell’ordine e della magistratura. In proposito ho già depositato due istanze di esecuzione urgente preso l’ufficio del pubblico ministero procedente, e sono in attesa di risposta”.
Mauro Vecchio