Rifiuti hi-tech, l'Italia rischia

Rifiuti hi-tech, l'Italia rischia

Il nostro paese è in ritardo nell'adozione della direttiva per il corretto smaltimento di computer e altri materiali elettronici. Si rischia una procedura UE di infrazione
Il nostro paese è in ritardo nell'adozione della direttiva per il corretto smaltimento di computer e altri materiali elettronici. Si rischia una procedura UE di infrazione


Bruxelles – Ultimo avviso quello che la Commissione Europea ha recapitato nelle scorse ore ad otto paesi europei, tra cui l’Italia, affinché recepiscano celermente l’ormai celebre direttiva sullo smaltimento dei rifiuti elettronici che deve essere introdotta negli ordinamenti nazionali entro il 13 agosto.

La questione è delicata: si tratta infatti di un passaggio fondamentale per spingere i produttori a realizzare dispositivi elettronici che possano essere smaltiti nel modo migliore, e avviare programmi di recupero, e per giungere ad una riduzione sostanziale nella quantità di materie prime, spesso inquinanti (come il piombo, il cadmio ecc.), che oggi finiscono spesso e volentieri nell’ambiente senza alcun vero controllo.

Lo scorso maggio, come si ricorderà, il ministero dell’Ambiente aveva annunciato il primo passo per la ratifica della direttiva ma l’iter è ancora lungo e la Commissione non sembra credere, vista anche l’imminenza delle vacanze estive, che possa compiersi nei tempi stabiliti. In tal caso la Commissione potrebbe decidere di aprire una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia e degli altri stati che si trovano nelle medesime condizioni (Estonia, Finlandia, Francia, Grecia, Malta, Polonia e Regno Unito).

“Nessuno – ha dichiarato il commissario UE per l’Ambiente Stavros Dimas – vuole che l’ambiente sia inquinato da mucchi di vecchi computer e televisori abbandonati sul ciglio della strada. È necessario favorirne la raccolta efficiente e il riciclaggio o il reimpiego. Gli Stati membri hanno concordato una normativa ambiziosa per affrontare i problemi causati dal rapido aumento dell’e-waste, ma devono anche svolgere un’opera di controllo e attuare quanto hanno concordato”.

Sulla delicata questione vedi anche gli speciali di Punto Informatico: La lunga via del piombo e I PC del riuso .

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Pubblicato il
13 lug 2005
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