Il Ministero dello Sviluppo Economico torna sull’acceso tema della riforma del copyright: il ministro Luigi Di Maio ha infatti spiegato che sono “giornate frenetiche sul fronte della direttiva” ed ha voluto prendere posizione in modo chiaro ed esplicito con un intervento dalla forte matrice politica. Spiega il ministro:
Da Bruxelles ci arrivano segnali non incoraggianti ma confido che si possa trovare una soluzione che tuteli i diritti degli utenti del web garantendo al contempo i diritti degli autori. Se così dovesse essere l’Italia è pronta a fare la propria parte.
L’Italia era vista da molti come l’ultimo baluardo nella lotta contro gli articoli 11 (#linktax) e 13 (#uploadfilter) della direttiva: il Governo pentastellato si era schierato contro il voto del Parlamento Europeo ed era pertanto candidato di prima linea nel possibile ostruzionismo su base nazionale in questa fase di trattative. Nel momento più caldo del procedimento, il Governo fissa i nuovi paletti:
La priorità per l’Italia è l’eliminazione della link tax e dei filtri diretti o indiretti sui contenuti caricati dagli utenti delle piattaforme, insieme ad un allargamento delle eccezioni al diritto d’autore che consenta lo sviluppo della data economy. A queste condizioni l’Italia è pronta ad aderire ad una proposta che dovesse arrivare dalla Presidenza rumena.
Il Governo sembra aver ammorbidito in parte la propria posizione, evitando una contrapposizione oltranzista che rischierebbe di far perdere in toto la partita, ma al tempo stesso conferma il proprio “no” all’interpretazione più estrema della direttiva. La richiesta è quindi ora quella di modificare il testo, smussandone gli angoli e depotenziando i due elementi che impediscono al dialogo di decollare:
Stiamo chiedendo in sede europea il cambiamento dei celebri articolo 11 e articolo 13 della direttiva. La rete deve essere mantenuta libera e neutrale perché si tratta di un’infrastruttura fondamentale per la libera espressione dei cittadini oltreché per il sistema Italia e per la stessa Unione Europea.
Va ricordato come la posizione del Governo italiano sia simile a quella di Germania, Belgio, Olanda, Finlandia, Slovenia, Polonia, Svezia, Croazia, Lussemburgo e Portogallo, posizione peraltro che viaggia allineata con 70 grandi firme che sotto il cappello di #saveyourinternet hanno già manifestato anzitempo la propria esplicita contrarietà alla direttiva così come è stata concepita.
La richiesta dell’Italia è messa nero su bianco e porta la firma di Luigi Di Maio: se saranno meglio definiti i contorni degli articoli 11 e 13 nella direzione di una maggior neutralità, il Governo Italiano è disposto all’apertura al negoziato. La palla torna in Europa e nella fattispecie il nostro paese rimane ora in attesa di una azione di mediazione da parte della Presidenza rumena.