Roma – Se l’App Store di Apple è un’idea di successo – e per l’iPhone funziona – perché non fare la stessa cosa per gli altri smartphone? Detto, fatto: RIM , l’azienda canadese che produce la gamma BlackBerry , sulla scia dell’azienda di Cupertino e dello Store svelato per Android , annuncia il BlackBerry Application Center che vedrà la luce tra qualche mese.
A bordo del proprio smartphone, a partire dal marzo 2009, gli utenti BlackBerry troveranno questa novità, che sarà l’interfaccia che aprirà loro le porte al BlackBerry Application Storefront , una piattaforma che offrirà alle compagnie telefoniche varie possibilità di personalizzazione. In pole position al debutto sarà già possibile accedere alle applicazioni per AOL, Facebook, MySpace, Flickr, Gmail e Windows Live Hotmail.
A partire da dicembre, inoltre, Research In Motion aprirà le porte ai developer intenzionati a proporre le proprie soluzioni software. Anche nei loro confronti, il modello di business annunciato dal produttore canadese ricalca (ma non potrebbe essere altrimenti) quello pensato dalla Mela morsicata per il mondo App Store: il programma di revenue sharing previsto da RIM prevede che il ricavato di tali applicazioni venga ripartito con gli autori, a cui andrà l’80% dei profitti. Il resto, spiega Silicon.com andrà a RIM e, presumibilmente, agli operatori. Nell’ambito del lancio di questo servizio è stata inoltre annunciata una partnership con PayPal per l’integrazione con il popolare sistema di pagamento online nel Blackberry Application Storefront.
Sarà un’idea di successo? Al mercato l’ardua sentenza. Le premesse, che si identificano nei numeri registrati dall’App Store (in attesa di quelli dell’Android Store), sembrano mostrare la solidità del modello di business: aperto l’11 luglio e disponibile in oltre 60 paesi, ieri – dopo 102 giorni – ha superato la soglia dei 200 milioni di download .
Dario Bonacina