Stando a quanto si legge in una lettera inviata il 6 gennaio da Amazon ad alcuni senatori USA che avevano interpellato la società per fare chiarezza sulla vicenda, Ring ha licenziato quattro dipendenti ritenuti responsabili di aver effettuato senza autorizzazione l’accesso ai video catturati dai dispositivi per la sorveglianza collocati nelle case degli utenti e salvati sul cloud.
Ring: via i dipendenti che spiavano gli utenti
Di recente si è parlato più volte del brand in relazione a questioni riguardanti la privacy: a dicembre sono finite online le credenziali relative a migliaia di account (l’azienda ha negato l’attacco) e nei mesi scorsi si è discusso della collaborazione con le forze di polizia per sfruttare le videocamere private ai fini di garantire la sicurezza pubblica. Il primo dei due problemi è stato almeno in parte risolto rendendo obbligatoria l’autenticazione a due fattori. Tornando ad oggi, riportiamo di seguito un estratto dal documento in cui Ring conferma i licenziamenti.
Negli ultimi quattro anni Ring ha ricevuto quattro segnalazioni o reclami a proposito di membri del team che hanno effettuato l’accesso ai video. In ognuno dei casi, non appena avvisati della condotta, abbiamo prontamente investigato l’incidente e, dopo aver stabilito che il soggetto ha infranto la policy aziendale, lo abbiamo allontanato.
La società afferma di aver inoltre ridotto l’accesso ai dati in questione a un numero più ristretto di dipendenti: al momento solamente tre in tutta l’azienda possono guardare i video catturati dai dispositivi posizionati nelle case degli utenti (non viene specificato con quali finalità).
In passato Ring ha offerto la stessa possibilità ai membri di un team R&D situato in Ucraina, per fini legati alla ricerca. Ora questi possono osservare e analizzare solo i filmati condivisi pubblicamente e quelli registrati da loro stessi, non più dalla normale utenza dei dispositivi commercializzati.