Completati gli ultimi interventi di modifica, il Large Hadron Collider del CERN di Ginevra è tornato in funzione : e stavolta pare che gli scienziati possano finalmente tornare a seguire gli esperimenti per cui è stato costruito quello che ad oggi è il più potente acceleratore di particelle del globo .
Da circa due mesi ormai l’imponente struttura circolare lunga 27 chilometri non veniva percorsa da fasci di protoni. Domenica ne sono stati sparati due, l’uno in senso opposto all’altro, facendo lavorare LHC a 900 GeV: si tratta di una fase propedeutica per arrivare tra due settimane ai 7 TeV prospettati a novembre dagli stessi scienziati del CERN, e per il raggiungimento dei quali si sono rese necessarie alcune modifiche strutturali.
Completato nel 2008 e costato 4,5 miliardi di euro , LHC aveva incontrato fin dal suo battesimo una serie di imprevisti e guasti tecnici che ne hanno ritardato l’entrata in servizio a pieno regime.
C’è chi ipotizza che tutti questi mesi di ritardo sulla tabella di marcia siano dovuti all’esistenza di alcune pecche a livello progettuale che, tradotte in realtà dalla costruzione dell’acceleratore, non garantirebbero un’affidabilità adeguata alla struttura.
Come riportato infatti da Lucio Rossi, fisico coinvolto nel programma LHC, l’incidente avvenuto poco dopo la prima accensione ufficiale sarebbe stato individuato in una giuntura tra le bobine che compongono il dipolo principale di LHC, il cui sensore non avrebbe avvertito lo sbalzo di tensione che ha poi prodotto il danno.
Giorgio Pontico