Lo chiamano Hugo ma si chiama GHGSat-C2 il satellite preposto per osservare le fughe di metano: proprio lui ne ha beccata da poco una bella grossa, nel Turkmenistan. Mentre sorvolava l’Asia, il satellite ha visto la fuga di metano proveniente da un impianto di petrolio e gas.
Secondo le immagini prodotte dal satellite, all’inizio di questo mese le perdite di metano da più di 8 gasdotti e oleodotti nel Turkmenistan centrale hanno perso un totale di 10.000 chilogrammi di gas serra ogni ora. Di base si tratterebbe del consumo medio di carburante di 250.000 auto, un numero spropositato.
Hugo è il satellite che ha visto la fuga di metano nel Turkmenistan
In soli 50 chilometri quadrati le perdite provengono da 8 fughe diverse hanno prodotto quello che potete vedere in foto, un grande nuvolone di gas serra rilasciato. Se a questo aggiungiamo anche il fatto che nel Turkmenistan le emissioni di metano sono aumentate di 3 volte nel 2020 in confronto all’anno precedente, la situazione diventa pericolosa.
Non siamo davanti alla perdita più ingente fotografata da Hugo: è già successo in passato di fughe più grandi, ma mai 8 in contemporanea. Il problema ancora più grave è il gas fuoriuscito: il metano è uno dei peggiori gas serra, ed essendo inodore e incolore è difficile anche da rilevare. Se a questo aggiungiamo che può catturare 25 volte più calore dell’anidride carbonica nel corso di 100 anni e più di 80 volte per 20 anni, ridurre queste fuoriuscite (o magari azzerarle) permetterebbe di avere un impatto immediato sul problema del riscaldamento globale.
Hugo è un satellite nato proprio per vedere queste fughe: lanciato a gennaio, è dotato di un sensore in grado di rivelare sorgenti di emissioni di metano ben 100 volte più piccole di quelle captate dai suoi “colleghi”. È inoltre in grado di trovare con precisione l’origine, motivo per cui è riuscito a individuare questa nel Turkmenistan.