Roma – Pagare per ricevere SMS da amici, parenti, conoscenti e spammer? Un gruppo di consumatori americani vi si oppone fermamente: non desiderano ricevere né pagare per ricevere messaggi indesiderati e chiedono a gran voce la disattivazione del servizio SMS, negletto e costoso.
Negli Stati Uniti la pratica del messaggino è molto meno comune rispetto ai paesi europei, mentre è pratica condivisa fra gli operatori esigere dagli utenti un corrispettivo anche per la ricezione dei messaggi di testo.
Ma un nugolo di abbonati inviperiti non ritiene di dover sottostare al regime tariffario imposto da T-Mobile . Ciascuno di loro ha chiesto all’operatore che il servizio per inviare e ricevere SMS venisse completamente disattivato. Una richiesta alla quale il carrier aveva opposto un netto rifiuto : il text messaging è una funzione che deve essere obbligatoriamente presente sui telefonini poiché su di essa si basano altri servizi offerti dall’operatore.
Per questo motivo il gruppo di utenti capitanati da tale Maria Detwiler ha deciso di adire le vie legali e di intentare una class action contro T-Mobile presso il tribunale distrettuale di Seattle. Nella denuncia spiegano come l’operatore imponga loro l’obbligo di ricevere SMS: sono messaggi che costano 5 centesimi di dollaro, sono messaggi indesiderati.
T-Mobile, a differenza di altri operatori che permettono di disattivare l’opzione SMS, starebbe dunque costringendo gli utenti a fruire di un servizio indebitamente incluso nei piani tariffari: una pratica che violerebbe le leggi federali e le leggi dello stato di Washington, condotta da T-Mobile con l’intento di “sottrarre a un grandissimo numero di consumatori piccole somme di denaro.”
Nessun dettaglio è trapelato riguardo all’entità del rimborso chiesto dai consumatori. Nessun dettaglio nemmeno riguardo alla strategia difensiva che orchestrerà l’operatore.
Gaia Bottà