Research in Motion (RIM) e Facebook dicono di aver ricevuto dalle autorità di Londra richieste di informazioni circa gli utenti attivi durante le sommosse dello scorso agosto .
Nei giorni che hanno visto mettere a ferro e fuoco Londra e nei dibattiti immediatamente successivi, fra le cause della vicenda e gli strumenti da biasimare la politica non ha esitato ad inserire fin da subito i social network, accusati di essere stati impiegati per l’organizzazione dei riottosi, e BlackBerry Messenger (BBM), canale di comunicazione che sembra essere stato tra i preferiti dei vandali per scambiarsi foto e altre testimonianze degli eventi.
Al culmine della violenza il Primo Ministro britannico David Cameron ha detto di star prendendo in considerazione proprio il blocco dei social network.
Ora che la situazione si è calmata, le istituzioni hanno avviato una commissione di indagini che ha convocato anche i rappresentanti dei social network e di RIM per interrogarli.
Tra le aziende cui Londra ha chiesto dati sembrano per il momento esserci però solo BBM e Facebook. Manca, almeno per il momento, Twitter che aveva già detto di non voler bloccare alcun account. Il tecnofringuello ha detto adesso che il Governo “non aveva bisogno di nulla da loro”.
Sia Twitter che RIM e Facebook, tuttavia, colgono ancora l’occasione per ribadire la sconvenienza della chiusura dei social network nel caso di eventi simili : essendo semplicemente degli strumenti, possono essere utilizzati nel bene e nel male, e dunque chiudendoli si rischia altresì di impedire lo scambio di eventuali richieste di soccorso o di altri tipi di comunicazioni di servizio.
Claudio Tamburrino