Da domenica primo luglio entrerà in vigore la nuova normativa comunitaria in materia di tariffe di roaming per la telefonia mobile già annunciata nei mesi scorsi. Risparmi per tutti gli utenti che usufruiscono di servizi mobile in uno stato membro dell’Unione Europea diverso dal proprio: 29 centesimi al minuto per ogni chiamata effettuata, 8 centesimi per ogni chiamata ricevuta, 9 per gli sms inviati e 70 per ogni megabyte di dati scaricato o per kilobyte utilizzato in caso di semplice navigazione Internet dall’estero. Tutti questi prezzi non sono comprensivi di Iva.
Soddisfatta Neelie Kroes, Commissario europeo per l’Agenda digitale: “L’introduzione dei limiti tariffari per il trasferimento dati farà sì che i servizi di roaming siano alla portata della stragrande maggioranza degli utenti che usano gli smartphone, soprattutto per lavoro. Inoltre, ciò metterà fine una volta per tutte ai prezzi esorbitanti all’interno dell’Unione Europea”.
In effetti, il nuovo regolamento comunitario riduce di circa il 90 per cento i vari costi, soprattutto quelli relativi al traffico dati: nel luglio 2009 il prezzo base era di 4 euro al megabyte. Prezzo che con le nuove norme diminuirà di circa sei volte.
C’è di più: un ulteriore abbassamento dei costi si verificherà a partire dal prossimo anno. Chiamare e ricevere chiamate dall’estero (sempre paesi UE) costerà rispettivamente 24 e 7 centesimi al minuto, mentre nel 2014 saranno 19 e 5: un risparmio di 35 centesimi.
Per quanto concerne l’invio di SMS, il prezzo scenderà a 8 centesimi nel 2013 e a 6 nel 2014, per un abbattimento di 11 centesimi.
Il traffico dati sarà portato a 45 centesimi per megabyte e, nel 2014, a 20.
Tutti coloro che si recheranno in viaggio in paesi non facenti parte dell’UE riceveranno un SMS o una email quando la loro spesa si avvicinerà ai 50 euro o al limite massimo di trasferimento dati, evitando così la lievitazione indiscriminata delle bollette.
Infine, dal primo luglio 2014 i consumatori saranno liberi di stipulare contratti di roaming con operatori alternativi, anche di altri paesi UE, mantenendo comunque il diritto a conservare il proprio numero di telefono. Una misura che potrà contribuire allo sviluppo di una piena concorrenza fra i vari provider, con più che probabili riduzioni generali dei piani tariffari, e una risposta al sempre più crescente bisogno di tecnologia e servizi digitali da parte dei cittadini europei.
Cristiano Vaccarella