L’amore delle macchine non è affatto virtuale: i robot possono avere un rapporto carnale (?) e generare una progenie che erediterà alcune caratteristiche da un genitore o dall’altro, creando di fatto una entità completamente nuova . Tutto ciò avviene alla Vrije Universiteit di Amsterdam.
Non stiamo parlando di un plagio dell’installazione artistica di dieci anni fa in cui due automi si cercavano per avere un amplesso, ma di qualcosa di più vicino al proclama fatto un anno prima da Jong-Hwan Kim in Corea. È il professore di Intelligenza Artificiale Guszti Eiben a spiegare la cosa: “Abbiamo due robot che si incontrano e si accoppiano. Il risultato finale, proprio come nel regno animale, è un cucciolo di robot”.
In pratica i robot si muovono in una “arena” all’interno della quale esiste un luogo illuminato da una luce rossa. Quella è l’alcova. Se lì si incontrano e decidono di riprodursi inviano il proprio genoma sul network WiFi a cui sono collegati. Mediante un apposito meccanismo viene generata una combinazione dei due genomi creando un terzo genoma. In questo genoma sarà codificato tanto il software quanto l’hardware del cucciolo. Per quanto concerne le parti fisiche una stampante 3D produrrà i pezzi necessari.
Il sistema consente ai robot, ovviamente, di evolvere di generazione in generazione. Dovesse sfuggirci di mano la situazione, onde evitare una sovrappopolazione di robot teniamo pronta la mano sul pulsante di spegnimento della IA.
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